Beinasco La vera sfida si gioca sull’inceneritore - da La Stampa del 01 giugno 2004
I partiti che sostengono Giuffrida cercano di difendere le scelte del progetto del termovalizzatore
01 June, 2004
Gerbido a rischio per la giunta uscente (centrosinistra) Massimiliano Peggio Ruota soprattutto attorno a una parola la campagna elettorale di Beinasco, animata da 15 liste e 5 candidati alla carica di sindaco. Quella parola è inceneritore: l'impianto che il primo cittadino uscente, Gilberto Giuffrida, in accordo con altri colleghi della cintura Sud, sarebbe disposto a collocare al posto della Servizi Industriali, storica azienda di trattamenti rifiuti sorta ai confine con Orbassano, Grugliasco, Rivoli, per scongiurare la costruzione di un mega «termovalorizzatore» nell'area del Gerbido, soluzione caldeggiata dal Comune di Torino. Il sito alternativo, sostiene Giuffrida, Ds, è una «proposta di governo» dettata dall'esigenza di «preservare gli interessi dei cittadini», evitando un impianto «direttamente a ridosso delle case di Beinasco». Una scelta difficile che, nonostante l'allargamento della coalizione di centrosinistra a nove liste, potrebbe giocare un brutto scherzo al sindaco in corsa per il secondo mandato, eletto nel 1999 con circa il 65 per cento dei voti. Così, sull'onda delle polemiche scatenate dal progetto, vanno all'attacco della fortezza ulivista tutti gli avversari: il Polo, la lista «No Inceneritore», la Lega Nord e il Nuovo Psi. «La nostra proposta - afferma Giuffrida - è frutto di un'allenza metropolitana contro l'area del Gerbido: un'ipotesi che ci consente di ottenere la chiusura di un'azienda problematica e di costruire un impianto diverso da quello voluto dal Comune di Torino». Il candidato del centrodestra, Alex Gilardini, capogruppo uscente di Forza Italia, non ha dubbi. «L'inceneritore? Un prodotto del governo di centrosinistra. Su questo punto, a differenza dei partiti che compongono la nuova coalizione, siamo sempre stati coerenti, affermando la nostra contrarietà fin dall'inizio». E aggiunge: «La gente dovrebbe interrogarsi perché Beinasco, dall'ultimo posto nella classifica dei siti annunciati, sia balzato in pole position». L'approccio di Paolo Gentile, candidato della lista «No Inceneritore», simbolo che racchiude in uno slogan «impegno civile e obiettivo elettorale», è più tecnico che politico. «Non siamo vincolati a logiche di partito ma liberi pensatori, accomunati dalla convinzione che l'impianto di incenerimento dei rifiuti sia una minaccia per la salute». Minaccia? «Certo, per colpa delle diossine liberate nell'ambiente che entreranno nella catena alimentare. In Danimarca, ad esempio, dove c'è un'alta concentrazione di inceneritori, in alcune zone è stata addirittura vietata la pesca, per gli elevati tassi di diossina riscontrati nei pesci». Per Gianfranco Destefanis, lista Partito Socialista-Nuovo Psi, non è il progetto in sé a meritare la bocciatura, bensì l'area prescelta. Dice: «Un impianto di incenerimento di quel genere andrebbe sistemato in una zona depressa, isolata, lontana da abitazioni e centri urbani. E' assurdo collocarlo al posto della Servizi Industriali a poca distanza dal Centro Agroalimentare e dall'ospedale San Luigi di Orbassano». Contrario alla costruzione dell'impianto anche il candidato della Lega Nord, Pietro Borasio. «Il sito individuato non è di certo il posto migliore per realizzare un inceneritore. La scelta, a mio avviso, andrebbe rivista completamente, in considerazione anche del fatto che la Servizi Industriali, in passato, ha già provocato parecchi guasti al territorio». Tutti gli oppositori, in cambio, propongono di curare la crescita ipertrofica dei rifiuti con la raccolta differenziata. Soluzione che, nonostante l'appoggio al progetto, chiedono anche alcuni partiti della vasta coalizione di centrosinistra, per «limitare l'utilizzo dell'impianto».