Niente fuoristrada in città, il proclama viene da Parigi
Il testo del documento del consiglio municipale parigino con le richieste al prefetto. Dopo Parigi, anche in Italia Legambiente chiede la messa al bando dei Suv nei centri storici
30 June, 2004
di Alessandra Mazzotta Sport Utility Vehicles, in una sigla Suv. Da tradurre col nostro inelegante quanto efficace 'gipponi'. Sono i fuoristrada da città: pachidermi a quattro ruote, ingombranti, inquinanti e inefficienti dal punto di vista dei consumi. Se ne raccomanda caldamente 'la messa al bando' nella Villa Lumiere, con delle richieste impressionanti per la loro combattività votate dal consiglio municipale. ( Ma sono solo richieste perchè la sovranità sui divieti a Parigi ce l'ha la Prefettura..) Il governo francese segue l'onda preannunciando la tassazione più pesante per i veicoli inquinanti. Il testo della mozione approvata dal Consiglio Municipale di Parigi Francia: tasse maggiorate sui veicoli più inquinanti (fuoristrada innanzitutto) E c'è chi prova a fare lo stesso in Italia, dove Legambiente ha appena proposto - con una lettera aperta ai sindaci della maggiori città e un'interrogazione parlamentare del presidente Realacci - un'iniziativa nazionale antisuv: "un pacchetto di provvedimenti a costo zero per dare al trasporto urbano più sicurezza, più efficienza energetica, più fluidità, meno inquinamento e meno problemi di parcheggio". Come? Fermando gli Sport Utility Vehicles, naturalmente. E richiedento una patente speciale per i guidatori e disincentivi fiscali mirati. Un fenomeno in crescita quello del gippone da città, che nel febbraio del 2004 ha visto salire le nuove immatricolazioni al 5,47% sull'intero parco automobilistico nazionale, con un totale di circa 500.000 Suv sulle nostre strade (è la stima di fuoristrada immatricolati negli ultimi 10 anni). Questione di status symbol, di un (illusorio) ritorno alla natura, il tutto magari accompagnato da una (ingiustificata) sensazione di maggiore sicurezza, date le stazze? Sia come sia, sono stati forse questi falsi miti a decretare il successo dei fuoristrada anche in città. Ma la verità è altrove: consumi urbani superiori anche del 60-70%, dimensioni tali da fare aumentare la congestione di centri già soffocati dal traffico (e i parcheggi?), instabilità e pericoli di ribaltamenti dovuti al baricentro delle vetture troppo alto, scarsa sicurezza verso terzi (soprattutto bambini) dovrebbero in realtà far riflettere. Riflettere sì, ma fino ad arrivare a vietarne la circolazione nei centri urbani? "Non so, credo che bisognerebbe trovare una giustificazione valida per un tale divieto - risponde Paolo Montagna, dall'ufficio stampa Acinnova -, come per esempio il riconoscimento di un loro eccessivo ingombro o di un dannoso impatto sull'ambiente. Non so dove ci si potrebbe appigliare per arrivare ad una limitazione del genere". "La nostra campagna per la messa al bando dei Suv voleva più che altro essere una provocazione - spiega Giovanni Pesce, addetto stampa di Legambiente Lombardia -. Ma si è rivelato un tema molto controverso che ha subito attecchito. Il Corriere della Sera ha giusto nei giorni scorsi lanciato un sondaggio on line: alla domanda 'siete favorevoli o contrari alla proposta di Legambiente di bandire i Suv dalle città', il 61% dei lettori ha risposto positivamente. Naturalmente a livello legislativo occorrerebbe individuare dei precisi parametri per tale messa al bando - uno potrebbe essere i modelli di grande cilindrata -, così come stanno facendo a Parigi". Pensa in grande, guida piccolo, recita uno degli slogan della campagna antisuv. “La nostra è una campagna di opinione – continua Andrea Poggio, il presidente di Legambiente Lombardia -. Non pretendiamo di entrare nel merito di una definizione legislativa di quali Suv possano o meno entrare nelle nostre città: quelli che consumano di meno, quelli che ingombrano di meno? Per non parlare, ovviamente, del criterio ambientale. Sono tutte cose da studiare. La Francia si sta orientando a riferimenti che tengano conto delle emissioni di CO2, stabilendo una sorta di tassa sul consumo di carburante. Sono soluzioni tecniche che se si vuole si possono trovare. Molto però dipende dall’opinione pubblica, di cui noi abbiamo il sostegno. E per il resto speriamo nel buon senso di chi amministra le nostre città”.