«Troppo cemento, bastava un giardino»
RESIDENTI E PASSANTI DIVISI FRA LA VOGLIA DI MODERNITA' E I DUBBI PER L'IMPATTO ARCHITETTONICO
02 July, 2004
A qualcuno piace l'«Agorà» di piazza Varlo Fusi. Anche se «per ora appare solo come un fortino di cemento», un «invaso con non so che cosa sopra e il parcheggio sotto», «che speriamo sia almeno utilizzato». Sono commenti di passanti. I più favorevoli sono persone d'età. Ai giovani «l' accostamento fra tradizione e forme troppo moderne» «crea qualche disturbo». «A vederlo così com'è ora non è bello» dice Elisabetta Zanella, neodiplomata di 18 anni. «Il contrasto con le eleganti facciate barocche del vecchio ospedale San Giovanni è stridente». «Vedremo come si presenterà con il verde» interviene Barbara Cirillo, 20 anni, neoiscritta ad architettura. «Io non avrei rinchiuso gli spazi della piazza in quei volumi di cemento. Avrei privilegiato il rapporto con gli edifici circostanti. Il parcheggio è giusto, ma perché costruirvi sopra una scatola?». Francesca Restano, archeologa di 28 anni, è severissima: «E' un monumento al feticismo del calcestruzzo. La meravigliosa prospettiva architettonica dell'ex ospedale San Giovanni è devastata da questo obbrobrio. Avrei lasciato gli spazi aperti. A che cosa servono questi scivoloni? C'era proprio bisogno della sovrastruttura in cemento? Non bastava un parcheggio con un bel giardino tradizionale sopra?». «Credo invece che quando sarà finito avremo una bella cosa» dice Michele Berruto, 52 anni, bancario. «Ho visto i progetti e, se saranno confermati, proporranno spazi interessanti. Tuttavia preferirei qualche cosa con minore impatto architettonico. La facciata barocca dell'ospedale mi pare mortificata». «Alla fine avremo una presenza utile» afferma Mario Crivello, 67 anni, pensionato. «Purché poi la gente la usi. Ora appare come una gran vasca, ma dicono i progetti che diverrà un bel giardino. Vedremo. In città dovremo abituarci ai contrasti architettonici. Quando si fa qualche cosa di nuovo bisogna che esprima un segno del suo tempo. Come la torre "Littoria" di piazza Castello. Non mi piace, ma segna un'epoca». Entusiasta è invece Ugo Iannone, 84 anni, ex ragioniere e ora «storico per diletto». «E' stupendo. Qui c'era solo uno spiazzo, ora ci sarà un giardino. Creerà contrasti? Dico che migliorerà la vita». «Verrà anche un bel giardino in stile avveniristico - osserva Nicola Monno, 47 anni, titolare del Caffè Nation - ma da fuori non si vedrà. Mi sembra un paradosso». Sergio Borla, 32 anni, architetto, apprezza l'opera: «Mi piace. Ha meno impatto architettonico del palazzo della vicina Borsa Valori. Tuttavia avrei limitato l'intervento a un parcheggio sotterraneo senza sovrastrutture, come si farà in piazza San Carlo».