Piazza San Carlo chiusa, traffico a rischio collasso
Il Comune ipotizza di far defluire le auto nelle vie XX Settembre e Lagrange
23 July, 2004
di Emanuela Minucci Meno 10 giorni - o giù di lì - alla chiusura totale di piazza San Carlo. I grandi lavori per la costruzione del parcheggio sotterraneo cominceranno nella prima settimana di agosto, e dureranno sino alla fine del 2005: così mentre i commercianti della piazza (bar con dehors in testa) guardano con apprensione al quasi inevitabile calo dei fatturati connesso all’arrivo delle ruspe, il Comune studia una nuova viabilità che consenta la «circumnavigazione» della piazza e un traffico più fluido pur in presenza del «tappo» di piazza San Carlo. Nuovi tragitti tali da limitare al massimo il rischio-ingorghi e quello dell’aumento (connesso alle code di auto imbottigliate) dello smog. Due le soluzioni possibili e ormai quasi certe: l’apertura al traffico di via XX Settembre (oggi riservata ai mezzi pubblici e sorvegliata dalle telecamere installate di fronte al cinema Reposi) nel tratto compreso fra via Alfieri e via Santa Teresa e la possibilità di svoltare da quest’ultima strada, a destra, in via Lagrange per le automobili (oggi chi percorre via Santa Teresa per poter raggiungere Porta Nuova, deve imboccare via Carlo Alberto). La prima soluzione durerebbe soltanto sino al termine del cantiere di piazza San Carlo, la seconda, invece, non farebbe che anticipare una «rivoluzione», quella del senso di marcia di via Carlo Alberto e via Lagrange, che il Comune ha già deciso e doveva tradursi in realtà dopo le Olimpiadi. «Ci paiono due soluzioni di buon senso - dichiara l’assessore alla Viabilità Maria Grazia Sestero - ora dobbiamo soltanto verificarne la fattibilità tecnica con gli uffici». Ma anche secondo il direttore di Divisione Biagio Burdizzo «si tratta di soluzioni percorribili». E mentre in Comune si pensa a come limitare i disagi della viabilità legata alla chiusura del salotto cittadino, i commercianti della piazza, titolari dei bar in testa, manifestano grane preoccupazione per i prossimi fatturati. «Già oggi, con il dehors dimezzato risultano dimezzati anche gli incassi - spiega Stefano Marino del Caffè Torino - e se in autunno la piazza risulterà, come immaginiamo, una zona riservata a pedoni impolverati saremo costretti, nostro malgrado, a licenziare parte del personale». Preoccupazione condivisa anche dal titolare del caffè Mokita, Giuliano Marcon: «Sarebbe l’ultima cosa che vorremmo fare, ma a che cosa ci serviranno 11 dipendenti se non si vedrà circolare nessuno?». Entrambi, chiedono al Comune di organizzare manifestazioni sotto i portici e navette gratuite: «Insomma tutto il possibile per aiutarci a fronteggiare questi 18 mesi così duri».