Viaggio nell'inferno quotidiano
A passo di lumaca ostaggi dei cantieri. Non solo in centro, ma anche in periferia muoversi significa rischiare l’esaurimento.
20 September, 2004
Come per incanto, alle 7,30, si materializzano le automobili. Quello che, fino a pochi minuti prima era un tranquillo incrocio ostaggio di lavori di sistemazione, si trasforma in una bolgia di auto strombazzanti, incollate le une alle altre che ammorbano l’aria coi gas di scarico. Rotonda Maroncelli: eccolo uno dei nodi del traffico che fanno impazzire gli automobilisti. Non c’è scampo: chi entra in città da autostrada e tangenziale deve passare sotto quel giogo che fa saltare i nervi anche ai più tranquilli. Più o meno come accade in corso Giulio Cesare: arteria di fondamentale importanza per l'ingresso in città che, alle 8, è un parco automezzi che avanza di pochi metri alla volta, sfidando semafori, strozzature, incroci e auto posteggiate alla bell’e meglio lungo i marciapiedi. Chi sta al volante s’innervosisce, manda a quel paese l’automobilista vicino, telefona irritato alla polizia municipale, parafulmine di ogni ira: «Ma insomma, che capita oggi». Incredibile, ma a quest’ora il centro è ancora mezzo deserto. «Aspettate che aprano i negozi e gli uffici: ne vedrete delle belle. Va ancora bene che oggi è un venerdì e di gente in giro ce n’è un po’ meno...» dice Marco Pezzi, che in via Lagrange, alle 8,25, sta aspettando il bus. A mezzo chilometro da lì, in corso Vittorio Emanuele, all’incrocio con corso Cairoli, le auto si stanno già incolonnando una dietro l’altra alla velocità della luce. Arrivare al ponte sul Po, attraversare e imboccare corso Moncalieri, oggi, è un’impresa che richiede pazienza e sangue freddo. Doti che in queste condizioni si perdono in un attimo. E allora conviene cercare percorsi alternativi: corso Cairoli, ad esempio, e poi lungo Po e piazza Vittorio. Oggi è strano, si va avanti veloci, ma è una scorciatoia che offre ben pochi vantaggi. Due, tre minuti in meno per arrivare in centro. Intanto, a quell’ora in corso Monte Cucco, davanti a Carrefour, dove la carreggiata verso parco Ruffini è ridotta a metà per i lavori dell’Aes, si consuma un’altra tragedia del traffico: ci sono auto incollate le une alle altre che s’infilano ovunque a caccia di percorsi alternativi per l’ospedale Martini. In piazza Rivoli, invece, cercare un varco nel muro di auto che arrivano da tutte le parti è un’impresa. Due si sfiorano: salta uno specchietto, è sufficiente per far aumentare gli incolonnamenti. E allora è meglio girare, tornare verso il centro. Ancora corso Vittorio, direzione Porta Nuova. Via Lagrange è incredibilmente scorrevole per essere quasi mezzogiorno: da Porta Nuova a via Maria Vittoria ci vogliono «solo» 13 minuti. Ci sono auto che salgono e scendono, proteste per i furgoni posteggiati davanti ai negozi che rallentano la corsa. Un po’ di code ai semafori. Via Giolitti chiusa al traffico irrita chi non lo sa. I vigili spiegano i percorsi alternativi: ma non basta lo stesso. I tappi qui sono tanti: piazza San Carlo, via XX settembre, corso Vittorio percorribile solo nel controviale. Se non conosci il Tuttocittà a memoria, o non hai fortuna nel trovare un posteggio, c’è da rischiare l’esaurimento. Lodovico Poletto