Pedalare in zona pedonale? Sì ma rispettando i pedoni - del 21.09.2004
30 September, 2004
Il ciclista ha bisogno di sicurezza per potersi muovere in tranquillità ma egli stesso in alcune situazioni è causa di insicurezza; stiamo parlando del ciclista che pedala in luoghi frequentati dai pedoni. Abbiamo detto che il freno maggiore ad andare in bicicletta è la paura. La paura fa sì che il ciclista meno esperto spesso abbandoni la strada per pedalare sull’attiguo marciapiede o sotto i portici, presenti in quantità a Torino. Non è sbagliato ricercare la sicurezza; proprio a questo scopo infatti il numero di ciclopiste protette a Torino sta aumentando e sono sempre di più i luoghi che è possibile raggiungere in bicicletta senza mai pedalare a fianco di un’automobile. Ma nonostante ciò alcune persone si sentono completamente sicure solo sui percorsi pedonali. Bisogna però pensare al fatto che una bicicletta che percorre una zona pedonale potenzialmente può essere pericolosa per i pedoni. Sono soprattutto le categorie di ciclisti lenti, come anziani o bambini o comunque le persone che non hanno fretta, a preferire la sicurezza assoluta; chi deve arrivare al lavoro o a scuola e deve arrivare entro una certa ora non si può permettere di andare piano e quindi non percorre certo le zone pedonali nelle quali giocoforza la velocità deve essere molto più bassa. D’altronde, in mancanza di pista ciclabile protetta, la strada è il luogo dove pericolose automobili ti sfiorano a forte velocità , dove qualche volta si è costretti a percorrere il tratto finale di marciapiede per evitare di restare incolonnati e respirare il fumo nocivo dei gas di scarico delle automobili in coda, dove incauti autobilisti aprono lo sportello senza guardare, dove chi gira a destra non fa attenzione al ciclista che deve invece andare diritto. La ricerca della sicurezza però non autorizza fare ciò che si vuole, è necessario stare attenti, oltre che alle automobili, anche ai pedoni: non sfiorarli, perché il pedone potrebbe spostarsi improvvisamente e comunque egli stesso ha paura a sentirsi passare vicino un mezzo meccanico; se non è proprio possibile andare in bici per l’eccessivo numero di pedoni (esempio classico via Garibaldi il sabato pomeriggio) bisogna trovare un’altra strada o andare a piedi; se si arriva vicino ad un angolo di una casa non passarci troppo vicino perché dietro potrebbe esserci una persona (o un’auto: è il caso di piazza Castello angolo via Palazzo di Città, luogo nel quale peraltro sarebbero le auto a dover andare piano); non fare cambi improvvisi di direzione o frenate brusche che possono spaventare chi ci sta vicino (è tipico dei giovani e giovanissimi ciclisti). Da una ricerca sugli incidenti causati ai pedoni dai ciclisti e ai ciclisti dai mezzi motorizzati (fonte: dati della Polizia Municipale, 1997-2003) risulta che pochissimi, una media di 10 all’anno, sono gli incidenti ciclista/pedone e tutti con danni leggerissimi; al contrario ben più alto è il numero di incidenti ciclista/automobile oppure ciclista/camion, avvenuti tutti di giorno e con tempo sereno, circa 160 all’anno, con una media di 2 morti. Un’ultima osservazione: in bicicletta, come in automobile, se si usa telefonino bisogna utilizzare l’auricolare o bisogna fermarsi perché anche pedalando non bisogna mai distrarsi.