Smog, in Veneto targhe alterne \"fai da te\"
Nasce la seconda "Carta di Padova" con un principio comune, la lotta al Pm10, ma con strategie che si annunciano diverse da Comune a Comune
20 October, 2004
Il principio resta, cambiano i particolari. Così è nata ieri la seconda \"Carta di Padova\", ovvero il piano anti Pm10 dei sette comuni capoluogo di provincia del Veneto che però risente del compromesso di differenti sensibilità ed esigenze al punto che, in alcuni casi, ognuno potrà fare come vuole. L\'hanno firmata tutti gli assessori all\'Ambiente, convocati per l\'ultima riunione di rifinitura dall\'assessore padovano Francesco Bicciato. Resta l\'impianto principale che è quello di contenere le emissioni di polveri sottili nel periodo compreso dal 4 novembre al 25 marzo. Ci sarà però anche un momento in cui i provvedimenti saranno sospesi, ovvero dal 23 dicembre al 7 gennaio. L\'orario in cui varrà la limitazione al traffico sarà dalle 7.30 alle 19 ma ogni singolo capoluogo potrà decidere quando cominciare e quando finire. I giorni in cui verranno emessi i provvedimenti saranno sempre il giovedì e il venerdì. Detto questo, i sette capoluoghi effettueranno tutti insieme in quei due giorni il blocco per le auto non catalizzate (a benzina immatricolate prima del gennaio \'93 e diesel immatricolati prima del gennaio \'97). Ma ogni Comune potrà, a sua discrezione, decidere di ampliare le giornate di stop che comunque per le non catalizzate saranno sempre minimo due. E veniamo ai mezzi catalizzati. Il provvedimento di circolazione a targhe alterne sarà studiato singolarmente dalle amministrazioni. Qualcuna potrebbe anche decidere di farlo partire a gennaio, altre di escludere dal provvedimento i residenti. Treviso per esempio che è già orientata in questo senso, sta pensando di emettere dei bollini di riconoscimento. Infine i comuni si sono impegnati ad effettuare almeno due domeniche di blocco totale, difficilmente in contemporanea. Insomma un piano \"fai da te\", ma per gli assessori è tutta colpa della Regione. «Vorrei ribadire che questo protocollo lo scriviamo \"nelle more\" del piano regionale di risanamento dell\'aria» dice Bicciato. Piano che dopo aver dormito per due anni in Commissione Ambiente della Regione oggi è stato licenziato e dovrebbe approdare al consiglio regionale. «È ovvio che se la Regione lo adottasse noi ci uniformeremmo subito». Ma gli assessori con la Regione hanno un conto aperto. Da Michele Chiole (Treviso) a Vincenzo Agostini (Belluno) da Nadia Romeo (Rovigo) a Luciano Guerrini (Verona) da Paolo Cacciari (Venezia) a Valerio Sorrentino (Vicenza) tutti sanno e lo ribadiscono nel Protocollo d\'intesa che c\'è una direttiva europea, recepita dal decreto ministeriale 60 del 2002 la quale afferma che dal 1° gennaio 2005 qualora si superassero per 35 volte i limiti di Pm10 (abbassati a 50 microgrammi per metro cubo) i sindaci dovranno bloccare il traffico e le attività produttive altrimenti ne risponderanno di persona. A partire da questo il più drastico è Chiole. «Ho fatto fare uno studio dal mio settore Ambiente su quanto bisognerebbe investire sul traffico per diminuire il Pm10: sono 8mila milioni di euro». «E la Regione ne ha investiti 2 mentre l\'Emilia Romagna 89» interviene Sorrentino. «Per questo la mia Avvocatura sta ultimando una diffida che invierò appena possibile alla Regione e allo Stato perché pur essendo il problema sovracomunale, non hanno fatto nulla». «La Regione deve identificare le misure e finanziarle» gli ha fatto eco Agostini. «Perchè di questo siamo sicuri - ha concluso Bicciato - questi sono solo provvedimenti d\'emergenza che non risolvono il problema, cercano solo di non peggiorarlo». Mauro Giacon