Raccolta differenziata, italiani più che favorevoli
Sondaggio: il 31% degli italiani non considera un tabù o una grave aggressione all'ambiente la presenza di inceneritori nel proprio comune. Solo il 3% conosce qualche impianto. Poca la fiducia nei controlli mentre sono i giovani a temere di più per la salute. Il 92% è favorevole alla raccolta separata. da Ecosportello News
03 November, 2004
Il 31% degli italiani non considera un tabù o una grave aggressione all'ambiente gli inceneritori (la percentuale scende parecchio al sud), il 28% non li vuole sotto casa e il 41% non si pronuncia. Solo il 3% conosce qualche impianto, mentre è poca la fiducia nei controlli (meno del 28%) e i giovani (52%) temono per la salute. Poca la dimestichezza degli italiani anche con tutto l'universo rifiuti: non sanno quanta immondizia producono e nemmeno dove va a finire. Questo quanto emerge da un sondaggio condotto dalla rivista Nuova Energia, tra luglio e ottobre 2004. Proseguendo nella lettura dei dati si scopre che la maggioranza degli intervistati sottostima il volume di rifiuti e il 46% pensa di produrre meno dei 450kg pro-capite l'anno realmente mandati al cassonetto; il 45% si disinteressa di dove va a finire la propria immondizia, con un picco del 52% al sud; l'83% ignora che molti rifiuti nazionali per essere smaltiti viaggiano per centinaia di chilometri. Quasi un plebiscito a favore della raccolta differenziata con il 92% di sì, come dire che basterebbe solo un maggior impegno da parte delle amministrazioni per portare il nostro paese a livelli europei. Mentre solo il 7% è disposto a pagare di più per mandare i propri rifiuti in un'altra regione. Buio totale invece rispetto al Cdr (combustibile da rifiuti) sconosciuti dall'85% degli italiani. La discarica, per il 60% preoccupa più del termovalorizzatore mentre il 31,2% li pone sullo stesso piano. In particolare i termovalorizzatori rappresentano una realtà sulla quale il Paese non prende una posizione netta. Solo 31 persone su 100 aprono un piccolo spiraglio alla possibilità di avere un termovalorizzatore nella propria città o nel quartiere; no deciso dal 28% degli intervistati mentre ben il 41% non si pronuncia. Man mano che ci si sposta verso Sud calano però i sì e crescono i contrari. Solo tre italiani su 100, inoltre, secondo il sondaggio condotto su 727 intervistati, ha dichiarato di conoscere qualche impianto di incenerimento. Al sud impianti sconosciuti per il 73%, record dei sì nel nord-est con il 39%. Veramente poca è la fiducia sui controlli delle emissioni: il 72% ha detto di non fidarsi o ha preferito non pronunciarsi, al sud la percentuale sale al 79%. Sui rischi degli inceneritori per la salute, sono i giovani ad essere più preoccupati: il 52% teme che le emissioni siano dannose. Parte degli italiani non considera a priori dannose le emissioni. Solo il 21% propende per il sì netto (con punte del 26 per cento al Sud). L'atteggiamento più ricorrente è stato quello di non pronunciarsi. I 'non so' sono stati il 52% delle risposte mentre a non temere effetti dannosi dalle emissioni è stato il 26 per cento con un sorprendente picco del 62% nella fascia tra i 35 e i 54 anni. Alla domanda sulla necessità comunque che parte dei rifiuti raccolti vengano trattati nei termovalorizzatori, Il 65% risponde affermativamente, il 30% non si pronuncia mentre solo il 5% nega a priori la necessità di questi impianti. Anche nel sud solo il 6% degli interpellati dichiara di ritenere inutile a priori la soluzione del termovalozzatore.