02.11.2003 - Cop9 e sindacati
17 November, 2003
Non possiamo più aspettare, dobbiamo rompere gli indugi. Se vogliamo che ci siano livelli decenti (non dico ottimi, dico decenti) di mobilitazione attorno al vertice Onu dei primi dicembre a Milano, occorre che chi può faccia. Dario Esposito, assessore all’ambiente del comune di Roma. Giuseppe Gamba, assessore all’ambiente della provincia di Torino, Alessandro Bratti assessore di Ferrara e presidente del coordinamento Agenda 21 sono tra i primi firmatari del seguente appello: “A Milano, non a Roma il 6 dicembre.La pensione ma anche la possibilità di vivere la terza età senza morire di caldo.Lettera aperta a Cgil Cisl Uil.” Ecco il testo : “Cari amici, sappiamo che state discutendo di una manifestazione nazionale per il 6 dicembre a Roma che avrà come tema centrale quello delle pensioni, quindi in un certo senso il tema del benessere futuro, individuale e collettivo. Noi che vi scriviamo siamo amministratori e/o ambientalisti che in vari ruoli saremo in quei giorni impegnati a Milano attorno ai 4 mila delegati dei governi di tutto il mondo riuniti per cercare di dare un seguito fattivo alla Convenzione di Rio e al Protocollo di Kyoto. La Cop 9 si svolge dal 1 al 12 dicembre.Siamo convinti che ci siano le emissioni dei combustibili fossili e gli errati modelli di sviluppo dietro ai cambiamenti climatici che stanno colpendo non rolo le regioni tropicali ma anche le nostre, come dimostrato dai morti per il caldo dell'estate scorsa. Già c'erano forti motivi di fondo per battersi per lo sviluppo sostenibile: ora che i cambiamenti climatici colpiscono anche il nostro paese diventano motivi ineludibili. E' importante difendere le pensioni, ma nessuna pensione tra 20 anni ci compenserebbe della invivibilità del pianeta... Sarebbe un vero peccato assistere a una manifestazione per le pensioni a Roma nell'unico sabato della conferenza ONU mentre noi manifesteremo a Milano per impegni concreti internazionali di riduzione delle emissioni!!! Siamo quindi a proporvi di trasferire a Milano l'appuntamento sindacale, saldando la difesa e la riqualificazione del welfare con lo sviluppo sostenibile e scegliendo di manifestare in quella che per qualche giorno sarà la capitale mondiale dell'ONU.” Tra gli altri primi firmatari ci sono Andrea Poggio, incaricato di Legambiente per le iniziative attorno alla Cop 9, assessori di città lombarde, esponenti Verdi. Ulteriori adesioni potete comunicarle a qualcuno dei firmatari, e alla mia mail ecocittadino@libero.it. Comunque vada a finire, la vicenda è esemplificativa della sempre più incomprensibile marginalità in cui restano confinati i temi più di fondo non dico dell’ambiente ma del destino del pianeta. Quanti sanno in Italia che tra un mese si apre a Milano la Nona Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici, la quarta dopo quella del Protocollo di Kyoto? E’ evidente che non lo sa quasi nessuno, ma il punto non è questo. E’ che non lo sa neanche la classe dirigente, forse non lo sanno neanche molti direttori di testate giornalistiche. Se gli impegni di riduzione delle emissioni gli sembrano argomento noioso, facciamo presente che a Milano ci saranno ministri delegazioni o adirittura capi di Stato di tutto il mondo. Che ci saranno delegazioni di ON e persino di movimenti extraistituzionali di tutto il mondo.Anche un vertice mondiale di rappresentanti dei popoli primitivi delle foreste tropicali. Anche una “massa critica” in bicicletta di portata interregionale. E che in molte scuole sparse per l’Europa e l’Italia si sta sviluppando il gioco civile delle Miglia Verdi, andiamo a scuola a piedi per il clima, proprio in vista di questo appuntamento. Nel decidere di puntare sul 6 dicembre a Roma i dirigenti sindacali si sono posti almeno il problema di non oscurare una possibile mobilitazione civile e ambientale per il successo del vertice dell’Onu? Oso dubitarne, speriamo che adesso rispondano al nostro appello. Ai soggetti della opposizione italiana non dovrebbe poi sfuggire il ruolo peggio che ambiguo che il governo Berlusconi gioca nella Cop9, se non ci sono vigilanza e pressione. Se c’è un amico internazionale di Berlusconi quello è Putin, eppure non sembra che il capo del governi italiana stia portando la Russia firmare il protocollo di Kyoto... In compenso la delegazione italiana sta insistendo per rendere sempre più flessibili i meccanismi di applicazione del protocollo per cui in sostanza si potrebbero far apparire come riduzione delle emissioni dei brillanti giochi di parole o delle tre tavolette. Dunque il 6 dicembre vediamo di andare a Milano…