Cinemambiente e antismog
08 November, 2004
AAA. cercasi registi per un film straordinario sulle città italiane, sul conflitto tra la bellezza e la potenziale convivialità dei centri storici da una parte e l’invasione delle auto e la cattiva modernizzazione dell’altra. Vi scrivo dalla poliedrica e scintillante rassegna cinematografica chiamata Cinemambiente, in corso a Torino. L’idea nasce parlando coll’appassionato regista chietino Dino Viani, che mi racconta le devastazioni urbanistiche nella sua città, di cui è responsabile il sindaco “nero” Cocullo. Reintrodotto il parcheggio delle auto nella piazza storica del centro, semi-distrutto un teatro romano perché ostacolava una delle “opere” del sindaco. Però… Le cattive trasformazioni possono essere combattute se non si fa di tutta l’erba un fascio, se si è capaci di distinguere e problematizzare. Tra un vecchio palazzo cadente e lo stesso vecchio palazzo sclerotizzato in una banca cos’è meglio? Tra una bella piazza piena di auto e la stessa bella piazza crocefissa dalle protesi del parcheggio sotterraneo cos’è meglio? Ci saranno, ci devono essere terze e migliori soluzioni. Spesso ne discutono gli addetti ai lavori, magari freddamente. E intanto si perdono tanti pezzi storici di città. Il cinema potrebbe aiutare ad appassionare al tema. Ma un documentario di pura denuncia o dibattito non avrebbe molta efficacia. Ci vorrebbe un docu-film capace anche di impressionare, divertire e far sognare. Come i più bei documentari cinematografici sulla natura. Cerchiamo un produttore… **** Partono in questi giorni in gran parte delle città italiane i provvedimenti anti-smog dell’autunno-inverno. Tra i pochi comuni denominatori di ordinanze tra loro molto diverse c’è la tendenza a limitare il traffico dei veicoli più inquinanti. Di sicuro le auto non catalizzate, ma nei comuni più coraggiosi anche i motorini, le auto Euro 1 e i veicoli diesel più recenti. Ho partecipato di recente a una riunione dei Verdi milanesi dove ci si chiedeva se occorre puntare ad avere motori più puliti o meno motori . Credo e spero che sia una falsa alternativa. Vediamo comunque alcuni recentissimi spunti in proposito. “Occorre promuovere un sistema di mobilità collettiva o comunque alternativa alle automobili, come l’uso delle biciclette o il car sharing”. Come spesso capita in questi anni, questa netta affermazione ambientalista ( non dice di fludificare il traffico ma parla di alternatività all’auto) non viene dai “soliti verdi” ma un soggetto istituzionale ufficiale. E’ il “consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa” che si è riunito a Bologna venerdì in rappresentanza di 33 paesi. Tra i punti da approfondire: le misura per disincentivare il traffico privato e le tasse sull’uso delle strade e dell’energia. Più chiaro di così… Nello stesso giorno e orario si è riunito a Venezia l’osservatorio internazionale sulla mobilità “Mo.Ve”, sotto l’egida dell’Aci, Automobil Club. Non certo un consesso ambientalista.. Ma anche in questo caso si dà ormai per scontata la necessità o tendenza a comprimere con pedaggi il traffico privato. La preoccupazione espressa è che questi pedaggi siano mirati, non servano solo o soprattutto per fare cassa. “ Le politiche di restrizione dell’ingresso nei centri storici non devono diventare, quindi, solo strumento di reddito per l’ente locale, ma essere l’occasione per sviluppare politiche di mobilità sostenibile, per migliorare la qualità della vita e riequilibrare le scelte modali dei cittadini. (leggasi: potenziare trasporti collettivi)” dice il documento finale. Dunque l’Automobil Club è rassegnato all’introduzione del pedaggio per le auto private nei centri storici? Sembra strano,vedremo… Prima o poi questo accumulo di documenti ufficiali, di direttive europee e di buone intenzioni produrrà qualcosa di concreto.