Viene Bush!
08 November, 2004
“Viene Bush, viene Bush” : tra il beffardo e l’indignato il logo campeggia sui volantini e i manifesti che il Forum sociale Cileno attacca sui muri esterni delle università, ma comincia anche a debordare sui muri,dipinto con la vernice. Tra poco più di dieci giorni si tiene infatti a Santiago del Cile l’Apec, il vertice dei governi dei paesi che si affacciano sul Pacifico. Prima uscita esterna di G.W. dopo la rielezione. Dalla capitale cilena ingentilita dalla primavera vi saluto con un ecocittadino un po’ speciale.La manifestazione e i dibattiti anti Apec ( “ un altro mondo è possibile, un altro Cile è possibile”) avranno forse qualche onore di cronaca anche in Italia. Ma vi parlo di fatti e conflitti più cileni : innanzitutto dell’autostrada urbana che Bush e gli altri ( “Tra Putin, il primo ministro cinese, quello australiano e Bush avremo qui forse i peggiori..” mi commentava la prima ecologista cilena Sara Larrain) inaugureranno per andare dall’aeroporto agli alberghi dei quartieri alti. La Costanera Norte, storia ben emblematica. La più grande delle cinque autostrade urbane che il governo sta finendo di realizzare a Santiago. Il progetto fino a qualche anno fa prevedeva quasi uno sventramento dello storico quartiere di Bellavista e delle pendici del Cerro San Cristobal. Si è formato un coordinamento di gruppi cittadini che con una battaglia civica di anni è riuscito a imporre la Valutazione di impatto ambientale e un significativo cambiamento. Adesso sugli oltre 30 kilometri che separano La Dehesa (grandi ville al di sopra dello smog, dove sta anche Pinochet) dall’aeroporto, circa 6 sono stati realizzati in sotterranea, proprio nella parte che avrebbe danneggiato Bellavista. Il coordinamento uscito vincente da questa battaglia si è trasformato nel comitato Ciudad Viva, che si muove sulla lunghezza d’onda dei gruppi della mobilità sostenibile di tutto l’Occidente. Il suo animatore Patricio Lanfranco mi spiega che non andranno comunque a festeggiare il tunnel. Questa pre-inaugurazione con Bush li irrita. E comunque l’operazione autostrade urbane li vede su una posizione critica. La parte sotterranea della Costanera Norte è stata realizzata dalla italiana Impregilo sotto il rio Mapocho. Va ammesso che il Mapocho non era comunque un gran bel fiume e che una esondazione di 15 anni fa ha lasciato danni gravi, ma questo lavoro lo ha definitivamente denaturalizzato e canalizzato. A un documentario critico su tutta questa storia del rio Mapocho sta lavorando la regista Carmen Luz Parot secondo la quale anche Impregilo avrebbe delle responsabilità. Ciudad Viva allarga il discorso all’insieme della metropoli. “Questa nuove grandi opere sono piuttosto disastrose anche perché portano con se – a vantaggio delle stesse imprese- la realizzazione di nuovi quartieri in zone poco o nulla coperte dal trasporto pubblico. E quindi un ulteriore impulso a usare l’auto, in una conca metropolitana già satura di inquinanti. La chiave di volta invece dev’essere la riforma del trasporto urbano collettivo per tutti, e misure urbanistiche e logistiche che non obblighino la gente a spostarsi per ore.” Movendomi tra Bellavista, Bellas Artes e il Centro ho incontrato in questa primavera più ciclisti dell’inverno scorso e, una sera, persino una di quelle aggregazioni che chiamiamo massa critica. A Santiago si autodefiniscono con ironia los Furiosos Ciclistas e vogliono innanzitutto più spazio e più rispetto dalle automobili. ( Gridavano: “La bicicletta es la solucion:”) Ciudad Viva punta sulle piste ciclabili e, per le distanze più lunghe, soprattutto sulla riforma e razionalizzazione del trasporto pubblico di superficie, che potrebbe occupare una quota crescente degli spostamenti. Patricio Lanfranco sta meditando una proposta di finanziamento clamorosa a carico delle auto. “Visto che le nuove autostrade urbane saranno a pagamento con una tessera elettronica, sarebbe tecnicamente facile mettere a pedaggio anche le vecchie grandi strade urbane.” Piste ciclabili, pedaggio….penserete che sono incappato in piccoli gruppi di ceto medio radical-ecologista sradicati dal contesto latinoamericano? Eh no, i modelli sono la brasiliana Curitiba e la capitale colombiana Bogotà, con il piano Transmillenio che grazie alla pressione degli ecologisti cileni ha ispirato un piano Transantiago, per la verità ancora fermo. Il centro-sinistra governante della Concertacion cilena ha battuto domenica scorsa la destra alle municipali, ma per un sorpasso in discesa, cioè perché la Alianza por Chile guidata da Lavin ha perso più voti, Son cresciuti i voti di protesta alla sinistra extragovernativa di Juntos Podemos, son cresciute le bianche e le nulle. E’ anche su temi ecologici sentiti come l’efficienza del trasporto pubblico e il calo dello smog a Santiago che la Concertacion dovrà impegnarsi in vista delle decisive presidenziali dell’anno prossimo in Cile. La Costanera Norte no es la solucion.