Letti per voi: prof. Virginio Bettini contro l'inceneritore di Ischia Podetti di Trento
da l'adige.it, che riapre il dibattito pro e contro gli inceneritori
24 November, 2004
da l'adige.it martedi 23 novembre 2004 TRENTO L'inceneritore di Ischia Podetti l'inganno di una scelta sbagliata di VIRGINIO BETTINI La valutazione degli impatti ambientali che consentirebbero di definire l´idoneità di un luogo prescelto per la realizzazione di un inceneritore, dovrebbe essere condotta sulla base di una ben specifica e definita metodologia, che preveda quattro fondamentali scenari: a) come da progetto; b) il progetto ridimensionato; c) non si fa (do nothing); d) si fa altrove. Lo Studio di impatto ambientale del progetto di Ischia Podetti non esamina invece siti alternativi, sostenendo che «l´opera ovviamente potrà essere realizzata sul sito indicato a meno che non se ne riscontri l´incompatibilità ambientale». La risposta è immediata: non esiste incompatibilità ambientale «perché l´impianto migliorerebbe il sito della discarica». Il sito prescelto e imposto per la costruzione del nuovo termovalorizzatore è attualmente una grande discarica controllata, localizzata in quella che un tempo fu un´area di espansione dell´Adige, area ecotonale utilizzata come riserva di caccia prima, quindi come territorio di pesca, che faceva da cerniera a due biotopi di interesse provinciale: le foci dell´Avisio con un´estensione di 80 ettari e le aree di Soprassasso e Laghetto per 100 ettari. La destinazione a discarica avvenne a metà degli anni ´70, nonostante fosse area di tutela ambientale, con forte caratterizzazione carsica, come da studi che risalgono alla fine del secolo XIX. Il Piano Regolatore di Trento nel 1989 la destinò ad Impianti tecnologici dei servizi pubblici (sigla Ip). La discarica rispetterebbe quindi le indicazioni di Pre sulla base del seguente escamotage dei miei colleghi della Facoltà di ingegneria dell´Università di Trento, estensori dello Studio di impatto ambientale: «Il vincolo di tutela ambientale non è ostativo alla presenza di un presidio igienico-sanitario». Cancelliamo quindi ogni parametro geologico, idrogeologico, morfologico e di landscape e diciamo sì al termovalorizzatore, che risanerà la discarica. Un´area, quella di Ischia Podetti, ai margini di quel fiume Adige, oggi reso canale di scorrimento veloce dalla valle verso la pianura, che contemporaneamente è: area di tutela ambientale, area di controllo idrogeologico soggetta a penalità gravi o medie, area per servizi ed attrezzature. Ovviamente, quando in Provincia ed in Comune di Trento si è pensato al termovalorizzatore, nessuno ha voluto ipotizzare soluzioni alternative: il nuovo impianto avrebbe sicuramente migliorato il sito della discarica. Lo Studio d´impatto ambientale su Ischia Podetti non considera siti alternativi perché, sostengono tutti, (Provincia, Comune, Facoltà d´ingegneria,), esiste «la volontà di realizzare l´impianto in tempi brevi». Esattamente come ad Acerra: una procedura di valutazione anomala che viene giustificata da un´emergenza rifiuti che dura da oltre 10 anni. Questo è ciò che pensa il sottosegretario all´ambiente Franco Tortoli, che così si esprimeva il 24 settembre in occasione del question time in Parlamento sulla compatibilità o meno dell´impianto di Acerra. Come si vede non si tratta di informazione, ma di imposizione di una scelta già ben definita. Visitate il sito: camminerete in un deserto di rotoballe sulla sponda destra dell´Adige sotto un´alta parete di roccia che si innalza per oltre un centinaio di metri, saldando i bordi del sito, attraverso l´ex cava di inerti a monte del primo lotto esaurito della discarica. Qui arriverà la piena massima di 2.660 metri cubi, il cui tempo di ritorno è stato calcolato ottimisticamente in 150 anni, e da qui l´acqua arriverà all´impianto, lo sommergerà e libererà le migliaia di metri cubi di ceneri prodotte dal termovalorizzatore, stoccate nelle sue parti basse, ceneri che diverranno le particelle tossiche sospese dell´Adige, in grado di avvelenare tutto il fiume ed i terreni a valle. Certo, la soluzione paventata dagli ingegneri dell´Università di Trento è subito a portata di idea: utilizziamo la tecnologia della torcia al plasma, vetrifichiamo le ceneri ed il cerchio sarà chiuso. L´impianto al plasma, depennato a causa delle molte polemiche su questa tecnologia che non convince, considerata inaffidabile in Europa ed ora posta in discussione in Giappone, rientra dalla finestra per una totale blindatura tecnologica di Ischia Podetti. Gli ingegneri bonificheranno la discarica bruciando le rotoballe ora depositate sul terreno utilizzando il termovalorizzatore a griglia, quella tecnologia che tanto è piaciuta ai precursori dell´incenerimento a Brescia; si alzeranno le difese delle arginature del fiume in modo da rendere sicura l´area da esondazioni e si introdurrà, quale ultima tessera del mosaico tecnologico, il trattamento al plasma per vetrificare, quindi immobilizzare le scorie. L´impianto di termovalorizzazione congelerà, per le sue caratteristiche di funzionamento, la raccolta differenziata a livello del 50% (in questo momento attorno al 30-35%), negando quindi uno dei princìpi base dell´analisi di massa dei rifiuti solidi urbani, articolata sul recupero di materie ed energia, come a lungo ci hanno insegnato Barry Commoner e Giorgio Nebbia. Si manterrà quindi aperta una grave minaccia nei confronti dell´ambiente della valle e della salute degli abitanti dell´area metropolitana di Trento, fino ed oltre Lavis. L´impianto sarà una negazione della salute degli abitanti, ed una violazione delle leggi della landscape ecology, i cui principi vengono ridotti alla poca cosa di un corridoio artificiale ai margini dell´impianto verso la sponda destra del fiume. Un´ipotesi di corridoio ecologico che sarà una traccia verde per ciclisti e pedoni sensibili allo slogan «le vie della salute passano dall´inceneritore». Il paesaggio, in poche parole, sarà il termovalorizzatore, armonia ultima dell´area industriale. Sostengono infatti gli ingegneri che hanno redatto lo Studio d´impatto ambientale: «Il termovalorizzatore è fondamentale per migliorare le condizioni di qualità ambientale: bonifica più termovalorizzatore significa messa in sicurezza dell´area». La ciminiera dell´impianto, a sua volta, con i suoi 100 metri si eleverà contro una parete caratterizzata dalla formazione dell´ornostrieto, area di rifugio, nutrimento e nidificazione dell´avifauna (nessuno ha mai pensato alla verifica dell´analogo, poco distante, del cementificio?). I fumi, oltre ai danni provocati alla valle per via degli impatti cumulativi con la densità dei residenti ed il traffico autoveicolare in crescita, interesseranno anche gli insediamenti di Terlago, della Valle dei Laghi e dei sistemi forestali. Chiediamoci se l´area sia stata biomonitorata nelle aree definite a maggior rischio. No, non è stato fatto, forse si farà, dopo, ad impianto realizzato. Ed ora, cosa scegliere? L´impegno ad informare, ad indicare le ragioni di una scelta tecnologica sbagliata come l´incenerimento, a valutare il sito nelle sue molte indicazioni di non sostenibilità di Nimby trentino, o la pressione realizzatrice e sistematica di ogni progetto? VIRGINIO BETTINI Università IUAV di Venezia