«La Spina? Vedrete quando sarà finita»
Chiamparino: Bellini e Fuksas devono ancora esibirsi
29 November, 2004
CHI può davvero decidere sul Bello e sul Brutto in una città? Esiste un Consiglio di Stato dell’estetica titolato ad avere l’ultima parola? E ancora: non vi pare che la qualità architettonica di un quartiere si possa decidere soltanto dopo aver visto anche le grandi opere nate per dargli un’anima? In ogni caso la polemica mi pare interessante, e a Palazzo Civico abbiamo anche qualche idea concreta in merito, tale da poter dare al Comune la possibilità di vigilare meglio d’ora in poi, sui progetti...». Il sindaco Chiamparino ha seguito parola per parola il dibattito sul «bello e il brutto della città» cui La Stampa ha dato ampio spazio. Ora tocca lui, o meglio all’amministrazione, il «grande imputato» della querelle cominciata con le accuse dell’urbanista Cagnardi, il padre del Piano regolatore («Le case sulla Spina sono orribili»), rispondere a dovere. Dopo la rivolta degli architetti e dei costruttori, accusati di essere arroganti i primi, e «desiderosi soltanto di arricchirsi» i secondi, ora la parola passa al Comune. Un Comune che negli ultimi due, tre anni, a dire il vero non è stato con le mani in mano alla voce «controllo della qualità architettonica». Durante la giunta Chiamparino sono nate figure come il «city architect» (lo storico Carlo Olmo), e novità come l’«Urban Center», il luogo dove raccontare come cambia, urbanisticamente parlando, la pelle della città, o «Atrium», uno dei due «gianduiotti» di piazza Solferino che racchiude una mostra permanente sulle trasformazioni urbane. Tutto ciò però non è bastato, secondo Cagnardi (e parecchi altri) per mettersi al riparo da «orrori alti dieci piani spuntati come funghi» da corso Rosselli a via Livorno. Allora sindaco, che cosa risponde all’architetto Cagnardi? Come replica alle accuse di aver permesso «uno scempio edilizio» su un viale, la Spina, che poteva rappresentare la Grande Occasione del rilancio urbanistico della città? «Si tratta di argomentazioni parziali, per non dire sbagliate. Al di là della considerazione, scontata, che prima di giudicare qualsiasi cosa bisognerebbe aspettare di vederla finita, vorrei precisare che il Bello e il Brutto caratterizzano qualsiasi città e tutte le epoche. E che forse, nessuno, sino in fondo, e lo dimostra anche l’esito del dibattito apparso sulle vostre pagine, è titolato, per fortuna, a dire in merito un’ultima parola. Ciò detto, mi pare che la vera cifra architettonica della Spina Centrale, l’unico onesto elemento attraverso cui poter giudicare questo ambito siano le grandi opere, i grandi segni architettonici. Le faccio qualche esempio. Sulla tanto dileggiata Spina 2, il tratto che va da corso Rosselli a piazza Statuto, accanto alle case di Franco Costruzioni contro cui Cagnardi punta l’indice, stanno per nascere, nell’ordine: il grattacielo della Regione progettato da Fuksas, la Biblioteca Unica di Bellini, il raddoppio del Politecnico e le nuove Officine Grandi Riparazioni che ospiteranno fra le altre cose le collezioni della Gam, la nuova stazione di Porta Susa, uno scrigno in acciaio e vetro premiato alla Biennale come miglior progetto italiano, le sculture del Passante che vanno dall’igloo di Merz al giardino di Penone. Se tutto ciò le sembra poco...». Sì, ma intanto la Biblioteca di Bellini si comincerà a costruire nel 2006 mentre gli anonimi edifici che stanno facendo discutere hanno quasi già la moquette... «Ciò non toglie che il giudizio dato oggi non possa che essere un pre-giudizio su un’area tanto immensa e così ad alto tasso di trasformazioni ancora in divenire. E a proposito di elementi qualificanti dello spazio urbano, stiamo aspettando proprio dallo studio Cagnardi la riqualificazione dello spazio a clessidra di largo Orbassano... più che le polemiche, me lo lasci dire, sarebbero ben accetti i progetti su carta». Va bene le grandi opere commissionate ai grandi architetti, ma non crede che la qualità dello spazio urbano sia composta anche dalle case qualunque, ammesso che l’impatto estetico di un condominio di 10 piani possa essere ammortizzato dal pur piacevolissimo igloo di Mario Merz? «Dico la verità: non mi piace tutto della Spina. Ma prima di esprimere un giudizio aspetterei di vedere gli alberi crescere e completati gli spazi comuni. Detto ciò penso che il Comune debba fare di più per vigilare sull’impatto estetico del singolo edificio. Come? Ci sta lavorando l’assessore Viano: stiamo faticosamente cercando di cambiare la commissione-igienico edilizia. Il nostro obiettivo sarà quello di dare alla Città una presenza maggioritaria. Tutti gli enti saranno rappresentati, ma alla fine sarà il Comune, attraverso una serie di confronti pubblici a decidere sull’opportunità di una costruzione».