Rifiuti, rapporto Apat: \"troppi treni persi\" - Comunicato Legambiente
Legambiente: "Raccolta differenziata al palo, condanne Ue e spazzatura in aumento”
03 December, 2004
Rifiuti, rapporto Apat: \"troppi treni persi\" “Tra i mali della legge delega c’è anche questo, in attesa della sua approvazione l’Italia ha perso già troppi treni in materia di rifiuti: la raccolta differenziata non decolla e la produzione di rifiuti è in costante aumento. In più si perde tempo nell’applicare le nuove norme europee e dalla Corte di giustizia Ue arriva l’ennesima condanna, stavolta per il mancato recepimento della direttiva sull’incenerimento dei rifiuti”. È un quadro a tinte più che fosche quello che Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, traccia a margine della presentazione del Rapporto annuale sui rifiuti dell’Apat. Tant’è che, fa notare Legambiente, l’aumento del 2% nella raccolta differenziata (dal 19,2% nel 2002 al 21,5% del 2003) è un dato irrilevante: i tempi lumaca dell’Italia infatti nell’incrementare la Rd rende lontanissimo il traguardo del 35%. A testimonianza dell’empasse che caratterizza l’operato dei comuni italiani in materia di raccolta differenziata, Legambiente ricorda i dati del rapporto annuale Ecosistema Urbano 2005 sulla qualità ambientale di 103 capoluoghi di provincia. Nel rapporto infatti risulta che l’obiettivo del 35% previsto per il 2003, è stato raggiunto da sole 11 città: Verbania; Lecco; Reggio Emilia; Brescia; Bergamo; Treviso; Sondrio; Padova; Cuneo; Lucca; Pisa. I comuni con percentuali di raccolta superiori al 25% sono ancora meno della metà (40), mentre sono 60 quelli che hanno superato il 15%. Al Sud la situazione si muove ancora molto lentamente: sono ancora 16 le città con un tasso di raccolta inferiore al 5% (erano 18 nel 2002 e 23 nel 2001). Occorre ricordare che, in alcuni casi, i dati risultano sottostimati in quanto, per esigenze di comparabilità, la quota di raccolta differenziata è calcolata in base a 10 voci principali (vetro, carta, plastica, multimateriale, legno, verde, organico, alluminio e materiali ferrosi, tessili, ingombranti) al netto di tutte quelle altre voci che non sempre sono garanzia di un effettivo recupero o riciclo. Le città che risentono maggiormente della sottrazione di queste quote (differenze superiori al 5%) sono: Alessandria, Ancona, Como, Cosenza, Grosseto, La Spezia, Modena, Piacenza e Terni. Come se non bastasse la Commissione di giustizia europea proprio oggi ha dato notizia di una condanna per il nostro Paese per il mancato recepimento della direttiva sull’incenerimento dei rifiuti, “Che si aggiunge – ricorda Della Seta – a quella già nota sulla definizione di rifiuto che riguarda, tra l’altro, una delle norme applicative della Legge Delega”. La situazione si aggrava ulteriormente proprio per la perdita di tempo sull’applicazione delle nuove norme europee e in un quadro generale già infelice non si può ignorare che lo stallo italiano nella gestione dei rifiuti avviene in un contesto in cui solo nel Mezzogiorno c’è un’emergenza cronica.