Dall’introduzione al rapporto, di Edo Ronchi (Presidente ISSI)
07 December, 2004
“La decisione del Parlamento Russo di ratificare il Protocollo di Kyoto dell’ottobre 2004 consente di raggiungere il quorum necessario per farlo entrare in vigore: il Protocollo di Kyoto assume così nuova attualità e rilevanza. Nel 2003 l'Italia ha emesso circa 569 Milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (Mt CO2 eq.), quasi 60 Mt in più del 1990 (erano circa 508), quando dovrebbe ridurle, secondo il Protocollo di Kyoto, a circa 475 Mt entro il 2008 / 2012, cioè dovrebbe ridurle di circa 30 Mt rispetto al livello del 1990. In altre parole siamo distanti dall'obiettivo del Protocollo di circa 90 Mt, con un aumento del 12 % delle emissioni nel 2003 rispetto al 1990, a fronte di un obiettivo di riduzione del 6,5% da raggiungere entro il 2008 / 2012. Andando avanti di questo passo, con un incremento medio, dal 1997 al 2003, del 1,4% l'anno, arriveremo nel 2010 ad un aumento delle emissioni di gas serra del 20%: invece di ridurre di 30 Mt le emissioni del '90, le aumenteremo di 120 Mt, diventando uno dei peggiori casi in Europa e nel mondo. Data l'entità di questo aumento di emissioni di gas serra, hanno poco senso sia le illusioni di recupero con l'uso dei meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto, che consentono di realizzare all'estero una parte delle riduzioni delle emissioni, sia la polemica sull'impegno, che sarebbe eccessivo per l'Italia, della riduzione del 6,5%. Chi pensa di poter utilizzare meccanismi flessibili, entro i prossimi 4-8 anni, per una riduzione equivalente di 100 Mt di CO2eq.? Non scherziamo. Supponiamo pure di fermarci all'obiettivo della stabilizzazione delle emissioni del 1990, ignorando la riduzione del 6,5% prevista in sede europea per l'Italia, in applicazione del Protocollo di Kyoto. Per l'Italia non cambierebbe molto: con il trend attuale sarebbe comunque fuori dal target, anche se il suo obiettivo fosse solo la stabilizzazione ai livelli del 1990.”