Targhe alterne, prime retromarce nei Comuni
DOPO MONCALIERI, NICHELINO E TROFARELLO, ANCHE VINOVO, RIVALTA, CHIERI, CHIVASSO E SETTIMO DICONO NO ALLA PROVINCIA. Ma Torino conferma il blocco: lunedì circolano solo le auto con targa pari
16 December, 2004
Alessandro Mondo Peggiora la qualità dell’aria, diminuisce il numero delle amministrazioni disposte a seguire la Provincia. Il fronte delle targhe alterne ondeggia, si sfalda, perde per strada Comuni importanti. Alcuni avevano espresso la loro contrarietà fin dall’inizio. Altri, viste le prime defezioni, hanno colto la palla al balzo per tirarsi indietro. Qualcuno prende tempo e si riserva di dare una risposta nei prossimi giorni. Nonostante il quadro sia in evoluzione, con la Provincia impegnata in una difficile opera di ricucitura, si può già dire che la mappa delle targhe alterne sarà assai più frammentata del previsto. Il primo assaggio del provvedimento è in calendario per lunedì 20 (circolano le pari) e martedì 21 dicembre (tocca alle dispari), dalle 7,30 alle 19: prendere o lasciare. Il problema è che molti Comuni stanno optando per la seconda ipotesi. Ieri sera la situazione stava in questi termini. Favorevoli, oltre a Torino, Grugliasco, Rivoli, Collegno, Alpignano, Orbassano, Beinasco, Venaria. Contrari Moncalieri, Nichelino, Trofarello, Vinovo, Rivalta, Chieri, Chivasso, Settimo. Carmagnola dirà la sua a fine settimana. Borgaro e Volpiano hanno preso tempo fino a oggi per vedere come butta. A Palazzo Cisterna il risveglio è stato brusco. Qualche defezione veniva messa in conto ma non in queste proporzioni, considerato che martedì il presidente Saitta si era speso personalmente per guadagnare il maggior numero possibile di Comuni alla causa. Che il provvedimento sia per sua natura impopolare non è una novità. Ma le motivazioni che spingono i sindaci a puntare i piedi sono le più disparate: alcuni ritengono che le targhe alterne siano non soltanto inutili ma troppo penalizzanti per i consumi sotto Natale; altri sottolineano l’assenza di un piano adeguato dei trasporti pubblici per collegare Torino e la cintura; altri ancora rimandano allo stop per i veicoli non catalizzati, già disposto il mercoledì e il giovedì nei Comuni della cintura, e invitano a lavorare piuttosto sulle misure strutturali. Come si diceva, ci sono anche quelli che hanno aderito fin dalla prima ora, mitigando il provvedimento con qualche piccola eccezione: è il caso di Orbassano e Beinasco, dove i residenti nelle frazioni più isolate potranno raggiungere con la macchina aree di interscambio a ridosso del centro; Rivoli e Grugliasco non metteranno i bastoni fra le ruote di chi, munito di biglietto ferroviario, raggiungerà le stazioni di Alpignano e Collegno. Nemmeno Torino si tira indietro. «Ribadiamo la fiducia nella capacità della Provincia di serrare le fila - commenta l’assessore Dario Ortolano (Ecologia) -. Siamo coscienti di fare il nostro dovere, la qualità dell’aria non è un optional». Ma insomma, al momento non c’è da cantare vittoria. Palazzo Cisterna ne è consapevole e passa al contrattacco. «Tutti sanno che abbiamo solo potere di coordinamento - spiega Antonio Saitta, il presidente -. Lo abbiamo esercitato in base a dati preoccupanti». L’Indice provinciale della qualità dell’aria, impostato sulla base dei monitoraggi dell’Arpa, sembra dargli ragione: lunedì e martedì il valore dei rilevamenti si è attestato sul livello 7. Significa «aria molto insalubre». Anche per questo Saitta condanna senza mezzi termini quello che giudica come un atto di irresponsabilità da parte di molti, troppi amministratori: «Qui è in gioco la salute, invece tutti sono in cerca di qualche alibi per sottrarsi ad un provvedimento impopolare. Sappiano che da questo momento saranno soli con le loro responsabilità di fronte ai cittadini». Ce n’è anche per la Regione: «Dal punto di vista legislativo ha le sue responsabilità. In Piemonte la Regione ha deciso di non decidere perchè non vuole grane, in compenso non ci garantisce potere di intervento». Ancora più esplicito l’assessore Dorino Piras (Inquinamento): «Andremo avanti su questa strada, obbligando i sindaci a render conto del loro operato di fronte alla gente. Non solo riscriveremo il Piano d’azione, rendendolo più efficace, ma verificheremo se hanno adottato quello per il biennio 2003-2004». Parole dure, che chiudono una giornata all’insegna delle polemiche. «Il provvedimento non porterà grandi vantaggi», ha sostenuto Piergiorgio Re, presidente dell’Aci torinese, nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa. Silvio Viale, per i Radicali, è tornato alla carica invitando Chiamparino e Saitta a sospendere la decisione: «L’iniquità delle targhe alterne è evidente, i benefici non sono dimostrabili». In compenso gli ambientalisti ritengono «tardivo e poco efficace» il divieto. Ieri hanno manifestato davanti all’assessorato all\'Ambiente. «L’allargamento permanente della Ztl continua ad essere disatteso - ha dichiarato Eva Biginelli -, mentre via Lagrange e via Carlo Alberto sono tornate ad essere una camera a gas....