Col superblocco lo smog calerà del 24%
È la previsione Arpat per domani, quando si fermeranno 130 mila auto. L´impatto sarebbe arrivato al 45% se si fossero immobilizzati tutti i diesel
05 January, 2005
Nostro servizio Ci sono, spiega Daniele Grechi, responsabile del monitoraggio Arpat, le scadenze ambientali imposte dall´Europa da osservare: già dal 1° gennaio di quest´anno le polveri fini (il pm10 inalabile e cancerogeno) dovranno scendere a una media annuale di 40 microgrammi per metro cubo e non superare i 50 più di 40 volte l´anno. Tra cinque brevi anni, al 1° gennaio 2010, la media dovrà scendere a 20 e i superamenti non più di 7. Per capire la distanza tra la realtà e l´obiettivo basta pensare che siamo ancora a circa 160 superamenti l´anno (nel 2003 l´Arpat ne ha rilevati 80 nella metà di 365 giorni). Ci sono poi, oltre all´apparente aridità dei microgrammi, questi ultimi drammatici giorni a ricordarci in termini ormai ultimativi la fragilità del pianeta e l´importanza dell´attenzione da dare all´ambiente in termini di rispetto, consapevolezza, informazione. In questa doppia dimensione anche la battaglia anti smog di Firenze diventa centrale. Per adesso siamo ai provvedimenti ambientali più che di traffico. Ma, spiega sempre Grechi, le misure, peraltro inedite nel paese, volute dall´assessore all´ambiente Del Lungo e dall´amministrazione costituiscono una svolta: che, aggiunge, sarebbe sbagliato non completare. Non solo i giorni di stop del traffico più inquinante passano da due a tre, ma per la prima volta si fermano, il mercoledì fino ad aprile, anche le auto euro 1 ante ´97, sia a benzina che diesel: 138.000 nella provincia. «Sommando le due misure - dice Grechi - la previsione di riduzione dello smog il mercoledì è del 24%». Sarebbe stata addirittura del 45%, secondo le stime Arpat, se si fossero fermati tutti i diesel (tranne gli euro 4 ancora non in strada): nella torta della responsabilità per il pm10 i diesel euro 3, i più moderni e diffusi, sono al primo posto con il 21%, i diesel euro 2 sono al 9%. Per ora però nessuno ha avuto il coraggio di fermare i diesel ultima generazione. Dopo aprile ci si potrebbe ripensare. Intanto l´Arpat è convinta che la guerra ai motori maggiormente inquinanti per spingere a un ricambio verso modelli più ecologici sia un´ottima cosa, ma che contemporaneamente siano necessari provvedimenti più radicali di diminuzione del traffico in generale. «Altrimenti - spiega Grechi - non riusciremo neanche a rispettare gli obiettivi europei attuali, figuriamoci quelli del 2010». Non si tratta solo del pm10. Nel 2010 il benzene dovrà scendere a non più di 5 microgrammi di media e ci aggiriamo ancora intorno ai 10. Gli ossidi di azoto sono ancora fuori dai limiti. Per non dire dell´ozono. E qualsiasi moderna tecnologia, avverte Grechi, ha un limite: che la combustione, anche quella delle centrali termoelettriche nel caso di motori elettrici, produce ossidi di azoto e anidride carbonica. In agguato l´effetto serra. «Inutile firmare trattati - conclude - se poi si fanno solo interventi sporadici». Arriveranno, forse, e energie alternative. Ma sicuramente ci vorranno anni. Nel frattempo la ricetta è, secondo l´Arpat, un mix tra il rinnovo dei motori e la riduzione definitiva dell´intera mole del traffico spostandolo dai mezzi privati a quelli pubblici. (i.c.)