Tsunami, tragedie e disastri
17 January, 2005
Il falso allarme dato dalle autorità del Tamil Nadu per un possibile tsunami la mattina del 30 dicembre ha riacceso i miei dubbi su quanto prevalentemente si è letto a proposito del mancato allarme del 26 dicembre. Per lo più si è detto che nei paesi dell’Oceano Indiano mancava e manca un sistema di osservazione e di allarme come quello che funziona per il Giappone e per il Pacifico e che questa mancanza è segno e prodotto delle diseguaglianze mondiali. In quest’ottica non ci sarebbero responsabilità specifiche nel mancato allarme. Sospetto invece che ve ne siano, e non mi riferisco solo all’India. La scossa di terremoto è stata registrata da più di un osservatorio, posti dove c’è gente specializzata che ha immediatamente visto o previsto il maremoto. Per esempio i sismologi delle Hawaii. È possibile che di fronte a un disastro di queste proporzioni, nell’era della comunicazione globale e immediata questi tecnici non potessero arrivare - per via politica militare o giornalistica - alle radio e alle televisioni dei paesi dove bisognava dire alla gente di allontanarsi immediatamente dalla costa? È difficile immaginare qualcuno così cinico da non avvisare. Ma è ancora più difficile convincersi che fosse impossibile dare l'allarme a causa della mancanza della cosiddetta rete. Infatti un sia pure tardivo e falso allarme è stato dato giovedì 30 dicembre senza che nel frattempo sia stata creata la “rete”. Non vi sembri strano leggere questa denucia in una rubrica ecologista. Ecologismo è anche non rassegnazione alle catastrofi naturali. Ci vorrebbe davvero questa volta una commissione di inchiesta. *** Fa sempre un po impressione passare dalle tragedie ai semplici disagi. Ma vi scrivo dalla Spagna dove il tema della tardiva o scarsa informazione non riguarda lo tsunami ma la clamorosa tormenta di neve che ha imbiancato e ghicciato Burgos e dintorni. Del resto i dispersi spagnoli nell’oceano indiano sono pochissimi, quella è rimasta una vicenda di altri popoli. Le auto che non sono riuscite a entrare a Burgos nel weekend di Natale causa l’enorme nevicata invece sono diventate un caso nazionale assieme a quelle rimaste bloccate in città. Zapatero stesso ha chiesto scusa e aperto una inchiesta sul cattivo funzionamento del rapporto tra uffici metereologici e protezione civile. Insomma non sempre la neve è confinata sulla sierra Nevada. A proposito della quale il governo socialista dell'Andalusia ha garantito protezione totale, dopo che la Corte costituzionale ha deciso di passare alle regioni le competenze dei parchi nazionali. Brr che decisione insidiosa quella della corte costituzionale spagnola. Purtroppo molto spesso il territorio viene meglio tutelato dai livelli più centrali e lontani. Ne sa qualcosa la costa meridionale dove nonostante le indubbie buone intenzioni del nuovo governo nazionale, gru e cemento continuano a farla da padroni. Accanto a me sull’autobus un tipo un po’ arrabbiato guardando l’ininterrotta fila di palazzoni sul mare spagnolo borbotta che ci vorrebbe uno tsunami... Con largo preavviso alla popolazione, beninteso.