Vicenza chiude per 7 giorni
Smog, niente auto in città. Sì di Legambiente e Aci, no del Cnr - da Corriere della Sera del 24.01.2005
24 January, 2005
Decisione del sindaco di Forza Italia: faccio come Sirchia con il fumo La decisione è di quelle che non hanno precedenti: per una intera settimana la città di Vicenza resterà chiusa alle auto. Tutte. Catalitiche o «euro 4» (le più pulite in circolazione) che siano. «Perché come un malato di polmonite non si può curare con un cucchiaino di antibiotico, così blocchi a singhiozzo e targhe alterne fanno solo il solletico allo smog delle nostre città», motiva il sindaco Enrico Hullweck mettendo la tacca sul 22° giorno di superamento del limite per le polveri sottili. Il tempo della firma dell’ordinanza: stop alla circolazione dal 2 all’8 febbraio («anche se piove»), dalle 9 alle 18, dentro tutto il perimetro della circonvallazione. E Vicenza - 108 mila residenti e 61 auto ogni 100 abitanti - in un amen si è trasformata in laboratorio nazionale. Un caso sul quale sono puntati gli occhi di tutti ma che divide. Perché se l’«esperimento» piace ad ambientalisti e non, ricercatori e commercianti lo giudicano «inutile». Per tutti Ivo Allegrini, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Cnr, afferma: «Caro sindaco, gli esperimenti li lasci fare al mondo scientifico». Il sindaco Enrico Hullweck, tessera di pediatra in una tasca e quella di Forza Italia nell’altra, motiva: «Non sono un ecologista fanatico, ma se c’è una legge che dice di non superare certi limiti o la si rispetta o la si toglie. Quindi: iniziamo col cercare di capire la correlazione tra traffico e Pm10, poi scegliamo la cura adatta». E aggiunge: «La scelta è impopolare, ma dopo la presa di posizione di Sirchia sul fumo, dobbiamo continuare su questa linea». Ed è proprio sull’utilità di un blocco di una settimana, che si spaccano i due fronti del dibattito. Legambiente plaude: «L’esperimento ha una validità scientifica potenzialmente vantaggiosa, potrà servire a tutte le città malate di smog», afferma il responsabile della Mobilità Alberto Fiorillo. E, a sorpresa, anche l’Aci promuove la «provocazione»: «Se questa misura drastica aiuta a capire la reale correlazione traffico privato-inquinamento e la validità dell’offerta dei mezzi pubblici è un grosso passo avanti», afferma il presidente Franco Lucchesi. Apertura con tiratina d’orecchie dal prosindaco verde di Venezia Gianfranco Bettin: «Certo, loro devono recuperare i tanti anni persi... Ma il blocco è interessante perché permette di misurare anche gli effetti sociali». Parole sante per Guido Martinotti, prorettore dell’Università Bicocca di Milano: «E’ un’occasione straordinaria per capire gli effetti di un vero blocco sull’economia e sulle abitudini dei cittadini». Un sì con riserve arriva invece dall’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi: «Dopo 22 giorni di superamento il blocco si impone, ma se al 3° giorno di divieto si torna sotto i limiti si deve revocare tutto. E attenzione: il primo pensiero di un amministratore sono gli interventi strutturali». Smorza gli entusiasmi anche l’assessore all’Ambiente del Veneto Renato Chisso: «La decisione spetta al sindaco, avrà valutato bene nell’ambito della sua autonomia. Vediamo poi cosa succede». Ricercatori e commercianti stroncano invece l’iniziativa. «I risultati di un blocco di una settimana non sono scientificamente validi - spiega Allegrini -. Ci sono le variazioni meteo, i comuni vicini che non bloccano. Forse è meglio se gli amministratori pensano prima a mettere mano ai piani di risanamento previsti dalla legge». E Antonio Ballarin Denti, docente di Fisica dell’Ambiente alla Cattolica di Brescia, ribadisce: «Nessuna validità scientifica. Si parta dal blocco dei veicoli più inquinanti, così l’unico effetto è quello di sensibilizzare i cittadini». Ma mentre il Codacons, associazione che tutela consumatori e ambiente, difende l’esperimento («forse avrei fatto solo iniziare il blocco alle 10» dice il presidente Carlo Rienzi), i commercianti di Vicenza (700 quelli interessati) si preparano a contare i danni: «Un esperimento - dice il direttore Confcommercio Andrea Gallo - non si fa sulla pelle dei cittadini, questo blocco è solo il frutto della disperazione». Alessandra Mangiarotti