La discussione in giunta dura poco più di mezz’ora. Nulla al confronto dei dibattiti sui grandi temi, che fanno finire le riunioni in Sala dell’Orologio dopo le 14. Il dibattito sulle targhe alterne è introdotto dal sindaco Chiamparino che arriva in giunta con una propria proposta illustrata in maniera molto chiara (alcuni assessori dichiareranno a fine riunione: «E’ stato più deciso del solito»). Succo della questione: dimezzare le targhe alterne per consentire il raggiungimento senza problemi di quel Palavela, dove oggi - sino a domenica - si svolgeranno i Campionati Europei di Pattinaggio di Figura. «E’ vero - ammetterà poi Chiamparino - sono stato più sbrigativo del solito perchè poi dovevamo discutere di bilancio, ed era un argomento ben più delicato e importante delle targhe alterne». Fra gli assessori che sostengono la posizione del primo cittadino coloro che hanno a che fare con l’evento del Palavela, Renato Montabone ed Elda Tessore, responsabili il primo di «Torino Ice 2005» e la seconda delle Olimpiadi. Ma sul fronte di chi si dichiara perplesso rientra sicuramente l’assessore al Bilancio Paolo Peveraro che dichiara: «A questo punto, per questa settimana, sarebbe meglio eliminare del tutto il blocco delle targhe alterne». L’assessore alla Casa Roberto Tricarico, invece, si dice contrario perchè «antepongo le ragioni della lotta allo smog a quelle dell’accessibilità al Palavela». Il responsabile della Qualità dell’Aria Dario Ortolano infine, punta l’indice sul mancato coordinamento con la Provincia. In serata, le targhe alterne sono lungamente dibattute anche in Consiglio provinciale, dopo che Alleanza Nazionale chiede le comunicazioni urgenti sul tema all’assessore alle Risorse Atmosferiche Dorino Piras. E se i Verdi, Rifondazione e i Comunisti italiani criticano la decisione di Torino, i ds capitanati da Stefano Esposito chiedono alla Provincia di tornare alla vecchia formula di un solo giorno a targhe alterne: «Basta il giovedì, se lo smog continua ad aumentare si può può bloccare il traffico la domenica come avviene in tante città italiane».