Rischiamo la multa per inquinamento atmosferico...
da Corriere della Sera del 08.02.2005
08 February, 2005
Francesco Bertolini Rischiamo la multa per inquinamento atmosferico. Non c’è nessuna speranza di rientrare nei limiti europei nonostante le targhe alterne e i blocchi del traffico. Probabilmente Milano, come molte altre città italiane che non sono in situazioni molto migliori, non pagherà nessuna multa; si sta cercando un compromesso. Non sembra infatti realistico riuscire a raggiungere in tempi ragionevoli l’obiettivo definito dall’Unione Europea che però è, forse, in questo campo, la nostra maggiore speranza. Molti di noi ricordano infatti ancora molto bene l’emergenza atrazina, quando l’acqua inquinata da fitofarmaci della Pianura padana è diventata salubre «per decreto» nel giro di una notte. Sono lontani quei tempi? Non sembra. E’ vero, la Lombardia è morfologicamente svantaggiata, ma proprio per questo dovrebbe fare di più, non usare il vento e le montagne come alibi. L’ambiente dovrebbe essere la priorità; la priorità nella ricerca, la priorità nella formazione, la priorità nelle infrastrutture. E’ necessario un grande sforzo collettivo, che riunisca i diversi soggetti economici e definisca sistemi di incentivi legati alle emissioni atmosferiche. Ogni anno il Comune di Milano spende più di 700 milioni per l’acquisto di beni e servizi; è una leva formidabile per orientare i fornitori verso modalità di trasporto più pulite. Si parla da anni di green public procurement e cioè di favorire negli appalti pubblici quelle imprese che soddisfano determinati requisiti ambientali. E’ ora di procedere in maniera decisa, promuovendo tutte quelle realtà imprenditoriali, e nella nostra regione sono molte, che sono pronte a raccogliere questa sfida. Le stesse municipalizzate si stanno muovendo. L’Amsa sta progressivamente sostituendo la propria flotta con veicoli a metano e a bassa emissione, così come altre realtà stanno cominciando a inserire la voce inquinamento atmosferico nelle loro strategie e nelle loro voci di bilancio. Ma non è sufficiente. E’ finito il tempo dei premi e dei convegni sull’eco efficienza; le aziende che hanno investito in questi anni per ridurre il proprio impatto ambientale richiedono e meritano altri tipi di riconoscimenti. Gli acquisti di beni e servizi effettuati dal settore pubblico raggiungono il 18% del Pil di tutti i Paesi dell’Unione Europea ed il 75% delle spese sono beni di consumo e servizi: sono cifre enormi. Siamo svantaggiati dalle condizioni morfologiche, non c’è vento e quest’anno nemmeno la pioggia. Dobbiamo creare noi le condizioni per ripulire la nostra atmosfera; se la Lombardia divenisse il punto di riferimento europeo per il green procurement, forse riusciremmo a innescare un processo premiante con ricadute positive non solo per la nostra salute, ma anche per il nostro apparato produttivo, ancora oggi una delle locomotive d’Europa. Ma il tempo delle locomotive a carbone è finito.