Il sonno della regione genera smog
28 February, 2005
Il sonno della regione genera smog: vi piace come slogan di campagna elettorale dall’opposizione? Prima di arrivarci, inquadriamo di nuovo la situazione.Come per tutte le cose, soprattutto quelle scomode ma non sanguinolente, l’attenzione delle scorse settimane allo sforamento dei limiti europei dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane sta calando e la messa tra parentesi è in agguato. Oggi la domenica a piedi c’è solo a Torino -che su questo punto si è svegliata dopo le altre- e dalla prossima settimana cessano le (scarne) misure limitative in atto nel milanese. C’è però una scoppiettante coda polemica della vertenza aperta dai sindaci delle grandi città con il governo. Si è scoperto che il decreto presentato come passo significativo per rendere ecologici i bus e con ciò rendere più sostenibile la mobilità era vuoto. Contiene in pratica quasi esclusivamente i soldi per la copertura del contratto degli autoferrotramvieri. Ancora e di nuovo siamo tornati lì. I lettori più attenti di questa rubrica possono ricordarsi che avevamo avvisato di questa fregatura già a novembre, scrivendo che la copertura del contratto degli autoferrotramvieri sarebbe andata a scapito del potenziamento del trasporto pubblico. Adesso va a scapito dei contributi per gli autobus a metano. A questo punto non so prevedere cosa succederà. Se la scoperta del bidone fosse avvenuta anche solo dieci giorni fa, sarebbe stata altamente probabile una clamorosa protesta dei sindaci usando in qualche modo il blocco del traffico in giorno feriale. Ora può darsi che un po’ di stanchezza mediatica sul tema smog e l’inizio della campagna elettorale facciano superae il momento senza eccessive scosse. In ogni caso è ora che la partita coinvolga le regioni, delegate dalla legge di recepimento della direttiva europea a gestire lo smog. E visto che le regioni sono in rinnovo quasi tutte , è il caso che la partita coinvolga anche la campagna elettorale. A proposito di regioni vi informo di quello che potrebbe sembrare quasi un aneddoto: volendo hanno il potere di aumentare le “accise” sui carburanti per reperire risorse per i loro bilanci. Ma nessuna regione ha osato prendere da sola una decisione che rischia di essere così impopolare. Ormai quando qualcuno, che sia la Associazione delle aziende del trasporto pubblico o che siano i sindaci delle grandi città, chiede un aumento delle accise per finanziare qualcosa lo chiede direttamente al governo, perché le regioni lo farebbero solo se sono sicure di farlo tutte assieme, senza svantaggi politici per nessuno. Comunque non sto proponendo che il programma elettorale del centro-sinistra nelle regioni preveda l’aumento della benzina. E neanche il tema molto più affascinante ma scomodo della cosiddetta “decrescita”, che comporta una diminuzione generale dei consumi. Basterebbe meno, scendendo a inevitabili patti coi problemi di popolarità ma senza dimenticare mai che la salute è comunque un bene fondamentale e per fortuna è percepito in quanto tale. Non si può promettere che le regioni regalino a tutti la macchina nuova che non inquina. Si può ragionevolmente promettere un impegno serio e coerente per la mobilità sostenibile che privilegi il trasporto pubblico locale e persino la bicicletta , che scoraggi con decisione la circolazione dei mezzi più inquinanti e favorisca il metano e l’auto condivisa in attesa del futuro. Probabilmente è l’Emilia quella che ha agito più coerentemente in questo senso, ma anche qualcosa si è fatto in Toscana dove tra l’altro è ancora in discussione il “mercoledì senza benzina e gasolio” proposto dall’assessore Franci. Senza nulla togliere né alle colpe né agli sforzi dei comuni, è il sonno della regione che ha generato smog e sono soprattutto le regioni il terreno e lo strumento per reagire.