LETTI PER VOI - G8 sull’ambiente: 180mila le vittime del clima impazzito
da La Gazzetta del Mezzogiorno del 15.03.2005
16 March, 2005
Elisabetta Guidobaldi LONDRA - Il 2004 anno record per vittime e catastrofi naturali estreme. E sembra proprio che la febbre del pianeta sia il maggiore responsabile. I ministri dell’Ambiente e dell’energia del G8 e quelli dei paesi a economia emergente, riuniti a Londra fino a domani, certificano i cambiamenti climatici e vanno a caccia di soluzioni. Quelle sul fronte energia in primis. L’Italia promuove l’idrogeno con 160 milioni di euro attraverso progetti del Ministero dell’Ambiente e candida Marghera a polo europeo per la ricerca mentre punta anche sulla piccola cogenerazione, le cosiddette centrali fai da te, che entro il 2008 porteranno ad una riduzione di circa il 30% dei consumi elettrici. Nello stesso tempo si riapre nel mondo il fronte del nucleare con 500 nuove centrali entro il 2020, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per l’energia atomica, con India e Cina ai primi posti. Intanto però per i guasti del clima si muore: 180mila le vittime di catastrofi naturali nel 2004, ha calcolato la compagnia di assicurazioni tedesca Munich Re, più del doppio di quelle del 2003, nonostante il numero di catastrofi sia sempre lo stesso degli ultimi dieci anni, 650. Le perdite economiche nel 2004 sono state 145 miliardi di dollari incluse le perdite delle assicurazioni per 44 miliardi di dollari. Dai dati presentati al G8 di Londra emerge inoltre che ad essere colpite sono aree prima non interessate come il Brasile sconvolto da un uragano nel marzo 2004. Aumenta anche la frequenza e la potenza degli eventi estremi: quattro uragani in Florida in poche settimane con perdite di 30 miliardi di dollari solo in questa regione, in Giappone il record del secolo con 10 tifoni. La riunione di Londra, il primo grande vertice dopo l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto dovrà servire per stabilire un piano di azione. «L’idea di riunire ambiente e energia - ha detto il ministro Matteoli, parlando dei lavori del summit - è stata mutuata da ciò che abbiamo fatto durante la presidenza italiana con la riunione di 55 ministri di entrambi i settori a Montecatini. Si tratta di fare un percorso comune e di riempire di contenuto questo incontro di Londra». Per Matteoli però è necessario che le strategie globali per il clima interessino anche Stati Uniti e paesi in via di sviluppo. «L’Unione europea, con 140 paesi del mondo, ha ratificato il Protocollo di Kyoto. Gli Usa non lo hanno ratificato ma apprendiamo che hanno approvato una legge che cammina verso il protocollo. Però o i paesi in via di sviluppo fanno parte della partita o non si arriva da nessuna parte. I paesi industrializzati devono però fornire strumenti per poter aderire a questa strategia». Sul fronte del riscaldamento climatico un esperimento di modellistica ha rivelato che la temperatura potrebbe schizzare da un minimo di due gradi a un massimo di 11 contro un minimo di 1,4 a un massimo di 5,8 indicati dall’Istituto per i cambiamenti climatici. Da qui il rischio di sottovalutare l’aumento della temperatura.