Saitta: sui rifiuti nessuna retromarcia
Il presidente cerca di mediare le posizioni ambientaliste: "Potrei dimenttermi se non passa il piano" - da La Stampa del 20.04,.2005
20 April, 2005
<b>Maggioranza ancora divisa, Rifondazione minaccia di non votare</b>
«Indietro non si torna. Il piano dei rifiuti, con le delibere conseguenti alla realizzazione dell’inceneritore, non è un optional: specie dopo essere stato corretto in base alle richieste presentate la settimana scorsa da Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi, Italia dei valori». Parola di Antonio Saitta, che su questo fronte è deciso a mettere alla prova la maggioranza a Palazzo Cisterna, minacciando le estreme conseguenze se i conti non dovessero tornare. La parola-chiave è «dimissioni», a dimostrazione che su questa partita il presidente della Provincia è deciso a giocarsi proprio tutto.
L’aut-aut è arrivato ieri pomeriggio nell’aula del Consiglio provinciale, ultima occasione di confronto pubblico prima della votazione in calendario martedì 26 aprile: fuori, il presidio del «Forum Ambientalista» e del «Torino Social Forum»; dentro, la presentazione degli emendamenti al piano, illustrati dall’assessore Angela Massaglia. Le modifiche sono quelle approdate sul tavolo del presidente nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza: riduzione del rifiuto alla fonte del 3%; potenziamento del sistema del «porta a porta» nella raccolta differenziata; aggiornamento del programma al 2006, con l’impegno a definire i volumi del futuro inceneritore in base ai risultati della raccolta; l’istituzione di una commissione tecnico-scientifica per definire tecnologia e sede del secondo impianto; la presenza di un esperto internazionale all’interno della medesima. Seguono, nell’ordine del giorno che accompagna il piano, l’impegno a disporre contributi aggiuntivi per sostenere la «differenziata» (300 mila euro nel 2005, un milione nel 2006) e quello sulla rilocalizzazione della «Servizi Industriali».
Tutto chiaro? Più o meno. Nella maggioranza continua ad esserci maretta. L’ultimo incidente di percorso si è verificato ieri, in conferenza dei capigruppo, e chiama in causa Rifondazione: il partito, che nella direzione politica di lunedì sera ha scelto di astenersi sul piano-rifiuti, si è invece irrigidito sulla delibera con cui la giunta provinciale assume i poteri sostitutivi in mancanza della costituzione dell’Associazione d’ambito. Ieri Rifondazione, che non ha mai nascosto le sue riserve su questa ipotesi, ha minacciato di non votare il testo martedì 26. Nelle prossime ore, complice una nuova mediazione tra Saitta e Gianni Favaro, segretario provinciale di Prc, anche questo ostacolo dovrebbe essere superato. Come? Specificando nella delibera che i poteri di surroga saranno sì esercitati dalla Provincia, ma a tempo determinato.
Questioni di lana caprina, per chi guarda la partita dall’esterno, ma che rischiano di creare nuove tensioni all’interno della maggioranza. «Da parte nostra la disponibilità c’è stata, ora tocca a Rifondazione fare un passo avanti», commenta Claudio Lubatti, Margherita. Mentre per Stefano Esposito, Ds, «serve responsabilità da parte di tutti»: «Saitta ha costruito una mediazione per tenere insieme tutta la coalizione. Ora basta con gli strappi».
Ad aumentare il clima di incertezza, il temporeggiare di altre forze politiche. I Verdi non hanno ancora sciolto le riserve. «Decideremo la linea in settimana», taglia corto Vanni Cappellato, il segretario. Idem o quasi per i Comunisti italiani: «E’ positivo che la quasi totalità dei nostri emendamenti sia stata accolta», commenta il segretario Vincenzo Chieppa. Ma anche il Pdci non si esprimerà prima di sabato. Semaforo verde da parte dell’Italia dei valori, che si è battuta per la presenza di un esperto internazionale nella commissione incaricata di studiare il secondo inceneritore. «La nostra richiesta è stata accolta, per noi va bene così - spiega Raffaele Petrarulo, capogruppo -. Tirandola per le lunghe si rischia solo di peggiorare l’emergenza rifiuti».