Ecoedilizia: dal convegno di Torino sul progetto SHE
Raffrescare le città senza condizionatori - il comunicato stampa
25 May, 2005
<b>Progetto SHE (sustainable housing in europe) coordinato da Federabitazione Europe di Confcooperative al centro del convegno internazionale sull’abitare sostenibile in Europa</b>
Tra la città e le zone limitrofe esiste una differenza di temperatura che può essere maggiore anche di 10°C. Piantando anche un solo albero in più per edificio, il risparmio di energia per raffrescare le città può essere del 24%, con tre alberi si può risparmiare addirittura fino al 57%. Ampi studi dimostrano infatti che la differenza di temperatura tra città e aree circostanti è determinata in gran parte dalla struttura stessa dei centri urbani: la posizione degli edifici, la scarsa presenza di vegetazione e specchi d’acqua, la poca ventilazione e le caratteristiche ottiche dei materiali impiegati per le facciate delle costruzioni o nella pavimentazione delle strade, impediscono alle nostre città di liberarsi del calore accumulato.
Dalla bioarchitettura arriva la soluzione: raffrescare le città è possibile anche senza condizionatori, ottenendo molti vantaggi anche in termini economici. Gli edifici infatti oltre ad essere la causa di alte temperature sono anche responsabili in Europa del 50% del consumo delle risorse naturali per la produzione di materiali e del 40% dei consumi energetici. Se a questo sommiamo che l’arrivo della stagione calda porta un aumento del consumo di energia per i condizionatori d’aria, abbiamo un’ulteriore conferma che solo applicando i principi della bioclimatica all’edilizia è possibile mettere a punto soluzioni efficaci per controbilanciare, nel rendimento energetico, gli effetti dell’aumento della temperatura.
E’ necessario però che queste pratiche diventino la prassi e non rimangano solo virtuosi esempi, per questo Federabitazione Europe in collaborazione con il CECODHAS e il patrocinio della Regione Piemonte, Comune di Torino, Atc, Arcat e Federabitazione Piemonte, ha riunito oggi a Torino, esperti architetti e ricercatori di fama mondiale, in un convegno internazionale sull’abitare sostenibile in Europa che pone al centro dell’attenzione il progetto SHE (Sustainable Housing Europe). Si tratta di un progetto dimostrativo finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del 5° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo, coordinato da Federabitazione Europe di Confcooperative. Il progetto iniziato nel Marzo 2003 terminerà nel Febbraio 2008.
“La bioedilizia - ha dichiarato Giuseppe Venturelli, presidente di Federabitazione – ci offre soluzioni incredibili, a volte solo semplici accorgimenti, in grado di portare grandi vantaggi anche di carattere economico. Per questo le cooperative di Federabitazione hanno creduto fin da subito in questo progetto anche per la sua valenza sociale. La vera sfida infatti è quella passare da una prassi straordinaria di realizzazioni di abitazioni sostenibili a una ordinaria che riesca a far fronte ai maggiori costi di realizzazione con i benefici economici, ambientali e sociali. Questo obiettivo – conclude Venturelli - richiede una necessaria ridefinizione dell'intero processo edilizio che veda tra l'altro la partecipazione e il pieno coinvolgimento degli utenti finali”.
Il progetto SHE mira appunto a verificare e dimostrare la reale fattibilità di un costruire sostenibile nella prassi comune, attraverso progetti pilota di edilizia residenziale sociale in 4 differenti nazioni europee (Danimarca, Francia, Italia e Portogallo), integrando la partecipazione degli utenti in tutti i principali passi del processo edilizio.
Fra gli intervenuti alla convention il prof Eduardo Maldonado, dell’Università di Porto con una relazione sull’applicazione della Certificazione Energetica e il Prof. Matheos Santamouris dell’Università di Atene sulle soluzioni per consentire il raffrescamento naturale delle città.
Gli studi sulla “isola urbana calda”, che esaminano la massima differenza di temperatura tra la città e l’area circostante, hanno infatti registrato dati molto significativi. Ad Atene ad esempio, monitorando circa 30 stazioni di rilevamento, si sono registrate temperature maggiori tra 5°C e 15°C tra le aree urbane e quelle suburbane.
Ma la elevata temperatura può influire anche sulle precipitazioni e la nuvolosità. E’ stato calcolato che a Budapest la nuvolosità invernale è aumentata del 3% principalmente a causa dell’industrializzazione, mentre a Bombay lo sviluppo di una zona industriale vicino alla città ha aumentato le precipitazioni del 15%.
Con la bioedilizia contrastare questi effetti è già possibile andando ad agire principalmente su: uso di materiali e colori appropriati, aumento di aree verdi, aumento di superfici riflettenti, disposizione e orientamento degli edifici.
La vegetazione ad esempio è in grado di modificare il microclima e l’uso di energia degli edifici offrendo protezione dal sole, diminuendo le temperature dell’aria e delle superfici ed aumentando l’umidità relativa dell’aria attraverso la vapo-traspirazione. Gli alberi aiutano anche a mitigare l’effetto serra, filtrano gli inquinanti, schermano i rumori e prevengono l’erosione.
E’ stato dimostrato che l’ombreggiamento influisce per il 10-35% sul risparmio totale di energia per raffrescamento mentre circa un 20% risulta dalla vapo – traspirazione. Fontane, stagni, ruscelli, cascate o microspruzzi possono essere usati dunque come fonti di raffrescamento, per abbassare la temperatura dell’aria esterna e di quella che entra negli edifici.
Fra gli interventi progettati e in fase di realizzazione in Italia, che possiedono meccanismi di ventilazione e raffrescamento naturale degli ambienti, possiamo ricordare quello di Preganziol (TV) del Consorzio Coipes di Confcooperative.
Qui il dispositivo di raffrescamento estivo è costituito da un sistema radiante attivo che sfrutta la presenza di un corso d’acqua vicino per climatizzare gli ambienti. In ogni caso la ventilazione naturale è consentita dal doppio riscontro d’aria degli appartamenti, correttamente orientati, ed incentivato dalla presenza dei camini posizionati in ogni appartamento.
I meccanismi di ventilazione naturale dunque accoppiati ad una corretta concezione bioclimatica degli edifici, rappresentano dispositivi realmente efficaci per assicurare risparmio energetico.