Giancarlo Palazzo: "Necessario un tavolo per le aziende che si occupano di smaltimento"
Intervista al responsabile del Progetto Transistor, per il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici a Torino
03 June, 2005
<b>di Sergio Capelli</b>
Parliamo con Giancarlo Palazzo, presidente della Cooperativa Arcobaleno, che gestisce il servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti cartacei di Torino, ma che è anche protagonista del Progetto Transistor, ovvero la raccolta e riciclo dei rifiuti elettronici per le aziende torinesi. Il servizio (a pagamento) è indirizzato alle aziende private e pubbliche, del terziario, del commercio all'ingrosso e al dettaglio, ad aziende e consorzi impegnati nella raccolta e nello smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani.
<b>Il Ministero ha approvato la direttiva che prevede la raccolta differenziata dei rifiuti elettronici, il cosiddetto e-waste. Cosa cambia per il Progetto Transistor e per chi si occupa di smaltirli?</b>
In realtà e di fatto nulla. Il lavoro che facevamo continueremo a farlo…
<b>Ci saranno però delle variazioni di volume…</b>
Di fatto i produttori e i distributori dovranno garantire il recupero e il riciclo dei materiali venduti. Ovviamente è necessario che ci si prepari ad un aumento dei volumi trattati
<b>Com’è ad oggi la situazione del torinese e del Piemonte?</b>
Direi buona. Oltre a noi ci sono altre aziende che riciclano l’e-waste. Ma, credo che sia necessario che tutti quanti insieme ci si metta attorno ad un tavolo e si inizi a fare un discorso d’insieme. Credo sia necessario abbandonare personalismi che, fino ad oggi, hanno messo in concorrenza competenze spesso complementari.
<b>Veniamo al pratico. Se io privato cittadino dovessi disfarmi, ad esempio, di un vecchio computer, che devo fare?</b>
Il privato cittadino ha a disposizione due opzioni: la prima è quella di cercare un ecocentro e di portarvi il pc dimesso. La seconda è quella di rivolgersi al servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti (in alcune città è gratuito, in altre avviene dietro contributo).
<b>E se fossi un’azienda?</b>
Le aziende devono muoversi diversamente: devono individuare qualche soggetto che svolga il servizio di recupero e riciclo dei rifiuti elettronici, accertarsi che questo abbia tutte le carte in regola (certificazioni e permessi) e conferire a loro, secondo le modalità richieste. Mediamente si tratta di servizi a pagamento.
Oggi purtroppo la tendenza è quella di disfarsi di questi prodotti con escamotage: mediamente li si rivende dietro fatture simboliche a riciclatori non certificati, e si perde la traccia dei materiali. Questo comportamento è ovviamente illegale, e, ad oggi perseguito dai nuclei specializzati delle forze dell’ordine.