Italia indietro con l'impiantistica
Intervista a Massimo Guerra, esperto di gestione dei rifiuti
14 June, 2005
<b>di Sergio Capelli</b>
<b>16 luglio: meno organici in discarica. Cosa succederà In Italia?</b>
Succederà che si andrà incontro a una politica di proroghe e deroghe…
<b>Si tratta però di un termine dettato dalla Comunità Europea…</b>
Probabilmente l’Italia andrà incontro a richiami ed eventuali sanzioni, ma non può essere diversamente
<b>Perché non può essere diversamente? </b>
Perché mancano gli impianti di pretrattamento dei rifiuti, e con la differenziata siamo parecchio indietro. Inutile nascondersi: siamo molto indietro per quel che riguarda l’impiantistica.
<b>Quanto indietro?</b>
Facciamo un calcolo sulla base degli ultimi dati disponibili pubblicati dall’Osservatorio Nazionale dei rifiuti. Ad oggi in Italia c’è una capacità potenziale di trattamento dei rifiuti pari a 11milioni 700mila tonnellate divisi su 118 impianti. Dico potenziale perché si tratta valutazione su impianti funzionanti, e funzionanti a pieno regime, e non sempre è così.
Per raggiungere gli obiettivi imposti, dovremmo costruire almeno un’altra cinquantina di impianti sparsi sul territorio nazionale.
<b>E nel frattempo?</b>
E nel frattempo esporteremo laddove gli impianti funzionano e hanno la capacità di accogliere altri rifiuti. Penso alla Germania…
Nel frattempo, temo che si riproporrà la querelle infinita sull’incenerimento del tal quale: tutto finirà ad incenerimento e ci si risolve il problema dell’organico in discarica…