Torino: balneabilità del Po. I pareri degli esperti
Le analisi della Smat e le indicazioni dell'Autorità d'ambito e del parco fluviale del Po Torinese
15 July, 2005
<b>Daniela Iapicca</b>
Alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa del <b>BIG JUMP torinese</b> sono presenti molti dei soggetti che in modi diversi interagiscono con il fiume, studiandolo, promuovendolo e rendendolo bevibile…
Secondo i dati delle analisi effettuate da <b>Smat</b> illustrati da <b>Donatella Giacosa</b> la condizione di salute del fiume non è così disperata come ci si potrebbe aspettare infatti anche se è pacifico che “tutti i campioni esaminati risultano non conformi alla legislazione nazionale vigente (DPR 470/82) per il superamento dei limiti relativi ai Coliformi fecali e Streptococchi fecali” per la legislazione europea “tre campioni su quattro rientrano invece nei valori imperativi previsti dalla Direttiva Europea sulla balneabilità delle acque (76/160/CEE)” di cui il DPR 470/82 costituisce il recepimento, prevedendo limiti più restrittivi.
“Dieci anni fa” precisa la Giacosa “avremmo avuto valori estremamente più negativi”, e effettivamente enormi passi avanti sono stati fatti dal punto di vista legislativo a favore della depurazione delle acque” passi purtroppo ancora un po’ corti e evidentemente non ancora sufficienti per rispettare le pur severe norme nazionali.
Secondo <b>Ippolito Ostellino</b>, direttore del <b>Parco fluviale del Po torinese</b> “è necessario intendere il fiume Po come sistema di acque” infatti, quello che risulta dalle analisi effettuate è la somma delle azioni a cui il Po è soggetto dalla sorgente fino al prelievo, nel centro di Torino. Ostellino precisa, “ancora succede, e lo sa bene la Smat che deve assicurare la potabilità delle acque” e che preleva proprio dal fiume il 20% di quelle erogate “che gli impianti debbano essere bloccati a causa di picchi di inquinamento registrati negli affluenti del Po subito dopo la zona del tessile di Santena e Chieri..”
Ma i parametri per la potabilità non sono gli stessi validi per la balneabilità
In una intervista ad Eco dalle Città, il dottor <b>Silvano Ravera</b>, Direttore <b>Autorità d'Ambito Torinese</b>ci suggerisce cosa sarebbe necessario fare per rendere balnabile il Po nel tratto torinese: “Il problema, è la frazione microbiologica, per debellare la quale sarebbe necessario completare innanzitutto la depurazione degli scarichi, in particolare quella degli scarichi non allacciati alla rete fognaria, attualmente già dotata di depuratori. A tal proposito c’è una legge regionale che indicava come termine proprio il 30 giugno appena trascorso.”
Quindi la depurazione non basta, “in realtà per arrivare alla balneabilità del Po, bisognerebbe aggiungere alla depurazione una disinfezione delle acque. La disinfezione, non è indicata come obbligatoria dalla Legge Nazionale, sarebbe compito delle Regioni dare indicazioni in tal senso. Il fatto che non sia obbligatoria è dovuto al rapido decadimento delle colonie batteriche, che nell’arco di poche ore scompaiono, ma se l’obiettivo è quello della balneazione, allora bisognerebbe integrare i depuratori con meccanismi di disinfezione già a partire da zone a monte del tratto che si vuole rendere balenabile. Non sono lavori particolarmente grossi... E’ sufficiente aggiungere strumenti per la disinfezione delle acque, possibilmente, senza usare il cloro. In realtà il carico microbiologico ha anche fonti diverse da quelle che abbiamo citato. Su tutte le deiezioni animali. Queste usate come concime, inevitabilmente vanno a influire, anche se non direttamente: le pioggie dilavano i terreni concimati, le acque finiscono nei rii e poi, a cascata nel Po. Evidentemente, se si volesse rendere balenabile il Po nella zona torinese, bisognerebbe controllare anche questi fenomeni, che sono comunque scarsi, a monte della zona interessata”. Si potrebbero disinfettare le acque alla uscita dei depuratori a monte del Po, ma è chiaro che qualcosa costa quindi sarebbe più economico farlo solo nei mesi estivi.
Diversa comunque è la fruizione del Po nel torinese, “la percezione della gente resta a torto che il fiume è qualcosa da tener lontano”, ad addolcire questo sentir comune raccontato da Ostellino è <b>Odilia Negro</b>, assessora all’ambiente del comune di Carignano “abbiamo da sempre un rapporto privilegiato e intimo con il Po’, che sul nostro comune, pochi km più a monte di Torino è balenabile”.
La balneabilità quindi è a portata di mano. Si comincia domenica 17 alle ore 14 per il primo Big Jump in Italia.