Per fuggire dal caldo anche un tuffo nel Po melmoso
da La Stampa del 18.06.2005
18 July, 2005
<b>ALLARME. UNA TORRIDA DOMENICA CON UNA TEMPERATURA PERCEPITA DI 40°
Oggi pomeriggio la calura è destinata a diminuire grazie a una perturbazione
che dovrebbe attraversare Torino e il Piemonte
Code sulle strade per il mare e la montagna
Al «118» richieste d’aiuto nella norma
Laura De Bortoli</b>
E’ tornato il gran caldo dopo la parentesi di temporali violenti della settimana scorsa. Ieri la temperatura in città ha superato i 34 gradi. L’umidità ha dato il suo contributo, portando la percezione ai 40 gradi della colonnina di mercurio. Oggi ci sarà una tregua, prevedono i meteorologi: nel pomeriggio la calura dell’ultimo weekend subirà una lieve diminuzione grazie a una perturbazione che dovrebbe attraversare non solo Torino, ma tutto il Piemonte.
Il «118» non ha registrato un numero più elevato di chiamate e richieste di aiuto. I medici ricordano comunque la prima regola contro i colpi di calore: «Mai al sole nelle ore più calde, e bere molto per non rischiare la disidratazione».
Molti hanno cercato di sfuggire al clima insopportabile puntando verso la montagna. Ai caselli dell’Autofréjus, alle 9 di ieri mattina, numerose auto erano in coda per raggiungere Bardonecchia, Oulx e i Comuni attorno. Ma anche in montagna il caldo è stato quasi insopportabile, come in città. Al mare, invece, ci si è salvati con un lungo bagno in acqua. Giornata poi pagata cara, a tarda sera, con lunghe code dalla Riviera, a causa di un incidente mortale: un donna in sella a una moto che ha sbandato ed è finita fuoristrada è morta verso le 23 all’altezza di Marene, sulla carreggiata verso Torino. Vivo, ma in gravi condizioni, il guidatore della moto. L’incidente ha creato la paralisi del traffico, anche perché non è stato consigliato agli automobilisti di uscire dall’A6 prima del punto della tragedia. I nomi della vittima e del ferito, ieri sera, non sono stati resi noti.
Non era mare, ma è stato comunque sempre rinfrescante il tuffo torinese di una ventina di ragazzi. Capitanati da Paolo Hutter, hanno festeggiato la prima giornata europea del bagno nei fiumi, con un Big Jump, come recitava, sulle loro magliette, lo slogan dell’iniziativa.
«Il fiume non è pulito ma non è nemmeno inquinato come si crede - dice l’ex assessore all’Ambiente, immerso nelle acque melmose del Po ai Murazzi -. Questo gesto vuole dimostrare che, se c’è la volontà, il tratto fluviale torinese può essere reso balneabile come un tempo». Con il Monte dei Cappuccini di fronte e la boyband dei Bandakadabra in costume che suonava, i ragazzi dell’Asai, il centro di aggregazione interculturale del quartiere San Salvario, si sono lanciati nella coraggiosa traversata.
L’acqua non era certo fredda, la corrente non troppo forte, ma il colore del Po, decisamente poco invitante: pieno di alghe, bottiglie di birra, persino penne e con un leggero strato oleoso che galleggiava. «Effettivamente non è il massimo, ma per una giusta causa si fa», ha detto Alessandra prima di immergersi. La giusta causa è la necessità di curare i corsi d’acqua che attraversano Torino per riportarli alla balneabilità degli anni Sessanta. «Fino al 1965 si facevano i campionati di nuoto pinnato - ricorda Luigi Matteoli, presidente dell’associazione Amici del Remo -. Poi negli anni Settanta il fiume ha attraversato il suo periodo peggiore. Fino a quando è stato frequentato è stato in buone condizioni. Certo, bisognerebbe fare qualcosa per gli scarichi delle fogne».
Chi ha avuto il coraggio di tuffarsi alla fine sembrava soddisfatto dell’«eroica» azione. Come Davide, cameramen, lì per riprendere l’evento: si è tolto i jeans e giù in acqua. «E’ sporca soltanto vicino alla riva. Poi migliora». E come lui qualche altro cuore impavido ha sfidato le acque torbide e ha combattuto il caldo con quanche bracciata.