Un colpo di coda della Giunta Storace autorizza l’ampliamento della discarica di Malagrotta e la cos
La Rete Regionale Rifiuti del Lazio chiede un incontro urgente al Presidente della Regione, Piero Marrazzo, per la revoca delle ordinanze
20 July, 2005
Data 25 marzo 2005. Numeri 14 e 16. Sono due Ordinanze del Commissario per l’emergenza rifiuti nella nostra Regione della precedente Giunta regionale, aventi per oggetto, rispettivamente Approvazione Piano per il ripristino ambientale dell’area denominata “Testa di cane” nel complesso impiantistico in Roma località Malagrotta e Approvazione progetto Centrale di Gassificazione per la produzione di energia elettrica dal CDR prodotto negli impianti di Malagrotta1 e Malagrotta2.
In poche parole l’allargamento della discarica di Malagrotta, malcelato con un’ordinanza di recupero della cava in località Testa di Cane, all’interno dell’area di Malagrotta e la realizzazione di un gassificatore, una tecnologia per l’incenerimento dei rifiuti.
La Rete Regionale Rifiuti, costituita dalle organizzazioni AcuRoma, Adiconsum, Adusbef, Codacons, Associazione Esposti Amianto, Arci, Fare verde, Forum Ambientalista Lazio, Cittadinanzattiva, Italia Nostra, Legambiente Lazio, Medicina Democratica,VAS, WWF Lazio, Greenpeace, Occhio del Riciclone, Ricrea, Cgil Lazio, Uil Lazio, Cobas, RdB, Sinistra ecologista, Associazione Amici dell’Inviolata, Comitato Malagrotta, Comitato salute e ambiente Bracciano, Comitato ambiente Settecamini – Case Rosse, Comitato Popolare Unitario Antitermovalorizzatore di Latina, chiede la revoca immediata delle due ordinanze commissariali sopra citate, che non hanno visto alcun processo di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni, ma nemmeno delle istituzioni locali che infatti non hanno espresso alcun parere riportato nelle ordinanze.
“In più occasioni abbiamo espresso la nostra preoccupazione sullo stato della gestione dei rifiuti nella nostra regione e sul perdurare dello stato di emergenza, con il conseguente commissariamento –dichiara la Rete regionale rifiuti- di tutte le province laziali (l’area metropolitana di Roma è commissariata ormai da sei anni) senza alcuna realizzazione concreta, se è vero quanto afferma il Rapporto Rifiuti 2004 dell’APAT e dell’ONR che la nostra Regione ha superato con l’8,1% di raccolta differenziata appena la metà dell’obiettivo (15%) stabilito per legge per il marzo 1999.”
La Rete, fidando nel senso di responsabilità dell’Istituzione regionale che da pochi mesi vede al suo vertice una maggioranza che ha presentato un programma da gestire sul terreno della partecipazione attiva, con un’ampia consultazione, trasparente nelle forme e negli obiettivi, con l’occasione chiede di vedere i propri rappresentanti ricevuti al più presto dal Presidente Marrazzo, per discutere l’intera questione rifiuti prima che si arrivi ad una vera emergenza.
La Rete evidenzia che le suddette ordinanze perseguono la “filosofia” della precedente Giunta, che attribuiva ai rifiuti l’unica caratteristica di combustibile per recupero energetico; una filosofia contraria ad ogni principio di economicità, di salvaguardia ambientale e di salute pubblica, oltre che contrario alle indicazioni del Decreto Ronchi, che relega il recupero energetico solo alla parte “residuale” dei rifiuti, ed alle direttive della UE che escludono tassativamente i rifiuti dalle fonti rinnovabili di energia.
“La responsabilità di queste ordinanze non può ricadere sull’attuale Amministrazione, che è certamente colta di sorpresa da iniziative che introducono nella gestione dei rifiuti elementi di insostenibilità ambientali, rischi sanitari e preoccupazione nei cittadini che non sono mai stati interpellati. –conclude la Rete regionale dei Rifiuti-”