Rifiuti Lazio: i numeri del fallimento commissariale
Comunicato stampa di Legambiente (05.07.2005)
20 July, 2005
Malagrotta e le due ordinanze del commissario rifiuti: Marrazzo le sospenda aprendo un tavolo con i cittadini e le istituzioni per decidere quello che alla nostra regione serve, con quali priorità e anche con quali localizzazioni.
Rifiuti nel Lazio, i numeri del fallimento del commissariamento:
2.718.895 Tonnellate all’anno in discarica, il 91,9% del totale, il peggiore risultato in Italia. Raccolta differenziata ferma all’8,1%. Sbagliata pure la pianificazione: nel 2006 previste 3.748.000 Tonnellate di rifiuti prodotti, oggi siamo sotto i 3milioni. E ancora più grave su questi numeri basata la necessità impiantistica, prevedendo la necessità di ben sette termovalorizzatori. Subito un nuovo piano rifiuti, che punti su riduzione e raccolta differenziata, definendo gli investimenti, dando alla termovalorizzazione un ruolo più ridotto.
Oggi Legambiente Lazio all’assemblea promossa dai comitati dei cittadini e dalla rete regionale rifiuti, alle ore 17,30 presso la Proloco di Ponte Galeria (Via Portuense, 1427).
Malagrotta e le due ordinanze sui rifiuti, che in questi giorni preoccupano molto i cittadini, sono l’ulteriore segnale chiaro del fallimento della gestione commissariale nella nostra regione. 2.718.895 Tonnellate di rifiuti ancora oggi finiscono in discarica in un anno nel Lazio, il 91,9% del totale: è il maggiore quantitativo su scala regionale in assoluto in Italia (dati Rapporto ONR 2004). La raccolta differenziata è ferma su scala regionale ad un misero 8,1%, con un incremento nel periodo 2000/3 solo del 3,5%: 46 kg per abitante all’anno contro i 113 kg per abitante medi dell’Italia. La produzione dei rifiuti solidi urbani nel Lazio negli ultimi anni è cresciuta, ma non vertiginosamente come prevedeva il piano regionale sui rifiuti: nel 1997 si producevano 2.779.686 T/a di rifiuti mentre nel 2003 se ne sono prodotte 2.929.093 T/a, con un incremento di circa il 5,4%, con un interessantissimo piccolo decremento nella produzione dell’1,65% nel raffronto tra il 2002 e il 2003.
Numeri che testimoniano appunto il fallimento del commissariamento della nostra regione, per l’emergenza rifiuti. Numeri che affermano anche un deciso errore di valutazione nella pianificazione, che più volte Legambiente Lazio aveva sottolineato: il piano del commissario prevedeva un incremento di produzione rifiuti che nel 2006 ci avrebbe dovuto portare a 3.748.000 Tonnellate stimate, aumento che non c’è stato. E ancora più grave su questi numeri basava la necessità impiantistica nella nostra Regione, prevedendo la necessità di ben sette termovalorizzatori.
In questo contesto si inseriscono i due progetti approvati dall’ex commissario rifiuti nell’area di Malagrotta. Il primo, che prevede sostanzialmente un ulteriore allargamento della discarica di Malagrotta, malcelato con un’ordinanza di recupero della cava in località Testa di Cane, all’interno dell’area di Malagrotta; un’area molto vicina alle case di Massimina, che da sempre era previsto non sarebbe stata adibita a discarica, dove da qualche giorno sono in azione alcune ruspe. Una ex cava da ripristinare e riconsegnare ai cittadini, che invece per fini sperimentali, si vorrebbe gestire come una discarica: impermeabilizzazione del fondo e delle sponde, impianto di raccolta e gestione del percolato, impianto di captazione del biogas. Il secondo, su un tema ancora più delicato per l’impatto tra i cittadini dopo il caso Campania, che prevede la realizzazione di un gassificatore nella stessa area, per un trattamento di oltre 180.000 Tonnellate di CR all’anno: una tecnologia poco sperimentata soprattutto su quantitativi così ingenti, potenzialmente più pulita, con un progetto mai fatto vedere ai cittadini, su cui nemmeno le istituzioni locali hanno dato il loro parere. Localizzata su proposta di un privato e non tramite un ragionamento sulle possibili collocazioni, in un’area già molto appesantita da impianti.
“Alla nostra Regione serve in tempi strettissimi un nuovo piano rifiuti, che assuma decise finalità di prevenzione e riduzione delle produzione di rifiuti, punti tutto sulla raccolta differenziata domiciliare con obiettivi ben superiori al 35% minimo fissato dalla legge, definendo gli investimenti da fare per raggiungerli, dando alla termovalorizzazione un ruolo più ridotto nel ciclo dei rifiuti. –dichiara Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio- Ma in questi giorni siamo molto preoccupati, come lo sono i cittadini di Malagrotta per i due progetti che pendono sulle loro teste, che confermano la mala gestione commissariale. E’ proprio nel contesto di questa nuova pianificazione, che crediamo Marrazzo debba dare una risposta netta e decisa, sospendendo la realizzazione dei due progetti di Malagrotta, riaprendo un tavolo con i cittadini, le istituzioni, anche con i privati per decidere quello che alla nostra regione serve, con quali priorità e anche con quali localizzazioni. L’area di Malagrotta è già molto appesantita da troppi impianti, dalla discarica più grande d’Europa, che per trenta anni ha massacrato i residenti con miasmi e traffico pesante, la raffineria, l’impianto di incenerimento dei rifiuti ospedalieri, le due aree per la produzione di CDR, decine di cave. A Malagrotta bisogna parlare di riqualificazione del territorio, non certo di nuovi impianti.”