Scommessa sul Traffico
Auto «leggere» per muoversi in città - da Il Corriere della Sera del 31.07.2005
01 August, 2005
<b>Francesco Bertolini</b>
Ogni giorno in Lombardia muoiono tre persone in seguito a un incidente
stradale. Sono 900 persone all'anno, 6 mila in Italia.
Poiché senza cifre non esiste notizia, in questa nostra epoca in cui
l'informazione deve essere sempre e comunque clamorosa, sia nel bene che
nel male, son voluto partire da questo dato per procedere a una
riflessione che non può che partire dalla assoluta mancanza di attenzione
che queste stragi provocano.
Manca una reazione da parte dell'industria automobilistica, agonizzante
nella sua incapacità di guardare il proprio contributo sociale in chiave
più moderna, più consono alle esigenze di una società diversa rispetto a
quella di inizio industrializzazione. Vi ricordate Achille, eroe greco
invulnerabile tranne che nel famoso tallone? Nei suoi famosi duelli
correva su una biga, trainata da un cavallo; oggi disponiamo di veicoli
con centinaia di «cavalli» che hanno una velocità media in città molto più
bassa di quella di Achille. Eppure a nessuna azienda automobilistica è
venuto seriamente in mente di investire e rischiare nel lanciare veicoli
leggeri, a basso costo e bassa intensità di risorse, ideali per la città,
dove invece negli ultimi tempi circolano mostri come i «Suv», come se i
loro conducenti dovessero partire ogni fine settimana per la Parigi-Dakar.
L'Italia è il Paese con il più alto numero di veicoli per chilometro di
strada extraurbana; per abbassare l'indicatore bisogna costruirne altre,
si sente spesso ripetere. Purtroppo non si capisce che lo spazio è finito.
Viviamo in un Paese in cui la metà del territorio ha una morfologia
collinare o addirittura montana, con una densità abitativa tra le più alte
al mondo (in Lombardia ancora maggiore).
Se pensiamo di riconquistare competitività costruendo nuove strade,
mettiamoci il cuore in pace; l'Italia è destinata a competere in seconda
serie. Se invece provassimo almeno a inserire, tra le possibili nuove
modalità competitive, valori nuovi, questi sì sempre più richiesti dai
cittadini, ormai stanchi di correre per non arrivare mai e che vogliono
riconquistare i loro tempi e i loro spazi, forse non torneremmo comunque a
essere un Paese guida da un punto di vista economico e industriale, ma i
nostri cittadini sarebbero più felici di vivere in questo Paese e in
questa regione.
Le vittime del traffico sono ormai paragonabili a un olocausto che si
compie ogni giorno sulle strade del mondo e delle nostre città; un
olocausto purtroppo silenzioso.