Il compost "esportato" in Emilia
Una batosta per l´Amiat costretta a dirottare i rifiuti organici - da Repubblica del 29.08.2005
30 August, 2005
<b>La chiusura dell´impianto di Borgaro peserà sul bilancio per 243mila euro. "Vanificati gli sforzi della raccolta differenziata"
Diego Longhin</b>
Anche Torino è in emergenza rifiuti. La situazione non è la stessa della Campania, ma da metà settembre, quando chiuderà l´impianto di compostaggio di Borgaro, l´Amiat sarà costretta a smaltire l´organico ad Alessandria e in Emilia Romagna, tra Ferrara e Bologna. «Questo perché in provincia di Torino non si vogliono fare gli impianti. Non rimane quindi altra soluzione che mandare l´immondizia fuori regione con costi elevati», denunciano il capogruppo dei Ds a Palazzo Cisterna, Stefano Esposito, e il consigliere Piero Valenzano. Lo stabilimento di Borgaro, che gestisce circa 54 mila tonnellate di rifiuti organici all´anno, producendo compost, deve essere ristrutturato e chiuderà i battenti per almeno sei mesi. Un problema serio perché è il più grande impianto della provincia e smaltisce, oltre al materiale della città, anche quello dei comuni dell´hinterland. In zona non esistono altri siti, se non quello della Acea di Pinerolo, che ha una capacità limitata, e di Strambino, struttura privata e per ora chiusa. «Bisogna accelerare la realizzazione degli altri impianti come quello del Cidiu di Druento e di località Fontaneto a Chieri - sottolinea Esposito - perché mandare fuori i rifiuti è una sconfitta sia per l´aggravio di costi che l´Amiat deve sopportare sia per le istituzioni. Non si può spingere sulla raccolta differenziata, facendo partire il porta a porta, e poi caricare il materiale e mandarlo in Emilia Romagna. E´ una contraddizione».
L´ex municipalizzata terrà l´impianto di Borgaro come punto di raccolta dell´organico che poi sarà dirottato verso gli stabilimenti pubblici di Alessandria, che smaltirà l´11 per cento, di Ferrara e di Bologna, che insieme tratteranno l´89 per cento. La spesa sarà elevata: circa 2 euro in più a tonnellata per gestire il materiale (da 89 a 91 euro) e 7 euro a tonnellata per trasportare i rifiuti. Trattandosi di organico, infatti, è necessario che i camion siano stagni. Il conto è presto fatto: 54 mila per il trattamento, che incide però in maniera minore, e 189 mila per inviare il materiale. In tutto 243 mila euro per sei mesi di chiusura dell´impianto di Borgaro, facendo salire i costi da 2 milioni e 409 mila a 2 milioni e 652 mila. «La cifra potrebbe aumentare visto il lavoro che si sta facendo sulla raccolta differenziata - spiega Esposito - il dover mandare l´organico fuori è un primo serio campanello d´allarme. Se non si fanno velocemente gli impianti, compreso l´inceneritore, presto Amiat sarà costretta a mandare in altre regioni anche i rifiuti indifferenziati. A quel punto la spesa non sarà a carico dell´azienda ma di tutti i cittadini».
Uno scenario non lontano per i Ds di Palazzo Cisterna che non risparmiano critiche agli ambientalisti. «Si oppongono all´impianto di compostaggio di Fontaneto, una struttura piccola ma utile, e non vogliono l´inceneritore. Da parte di questi gruppi ci vorrebbe maggiore ragionevolezza perché altrimenti si rischia il collasso del sistema rifiuti. I torinesi se ne accorgeranno presto», ribadisce Esposito che propone anche di acquistare l´impianto di Strambino per rilanciarlo.