E anche la Camera ha detto sì: lo “Schema di decreto interministeriale concernente l'individuazione delle caratteristiche tecniche dei sacchi per l'asporto merci” ha ottenuto il via libera delle Commissioni Ambiente e Attività produttive, riunite lunedì pomeriggio alla Camera. Parere positivo dunque, ma con una serie di condizioni che, se venissero accolte dal Governo, potrebbero riaprire la partita per i sacchetti -"oxo", NdR - con additivi. Vediamo quali sono:

Il decreto non tocchi il mercato estero
1) all'articolo 2, lettera d) si chiarisca che la definizione della «Commercializzazione» ivi indicata riguarda esclusivamente il mercato nel territorio italiano e non riguarda le esportazioni;
Chi si oppone al decreto si appella al principio della libera circolazione delle merci. La Camera chiede: l'importazione di sacchetti non conformi alle nuove normative è considerata reato, ma deve esserlo anche l'export?

Non esiste solo la norma UNI EN 13432…
2) all'articolo 2, sia consentita la commercializzazione dei sacchi per l'asporto delle merci conformi alla norma UNI EN 13432:2002 e ad altre normative tecniche equivalenti;
Il punto cruciale di tutta la "saga", da quando si cominciò a parlare del bando, nel 2006. I sacchetti di plastica addittivati sono biodegradabili ma non "compostabili": e cioè non si degradano nei tempi richiesti da tale norma, che stabilisce cosa può essere inviato a compostaggio e cosa no. La condizione posta dalla Camera, così come posta rischia di portare nuove ambiguità. Le norme tecniche equivalenti quali sarebbero? Per il senatore Francesco Ferrante si tratta di un intervento pleonastico. "Norme tecniche equivalenti non ce ne sono perché la UNI EN 13432 è l'unica a parlare di compostabile. Non creiamo confusione inutile: non c'è nessuna apertura agli additivi".


Con che fondi finanziamo la riconversione?
3) dopo l'articolo 3 sia inserito un apposito articolo che indichi le forme di finanziamento e di promozione della riconversione degli impianti esistenti che il Governo intende adottare;
Come - e se - le aziende italiane del settore possano riconvertire la produzione e/o essere incentivate in modo da non violare la normativa è oggetto di forti polemiche, di cui abbiamo abbondantemente parlato in passato. (Per esempio qui)

Attendere o no il parere di Bruxelles prima della pubblicazione in Gazzetta?
4) all'articolo 6 (NDR: Il presente decreto è sottoposto a procedura di informazione ai sensi della Direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio ed entra in vigore dalla data di conclusione, con esito favorevole, della procedura stessa; tale data sarà comunicata
nella Gazzetta Ufficiale)le parole «ed entra in vigore dalla data di conclusione, con esito favorevole, della procedura stessa; tale data sarà comunicata nella Gazzetta Ufficiale» siano sostituite dalle seguenti: «ed è pubblicato a seguito della conclusione, con esito favorevole, della procedura stessa»;


Leggi il testo integrale del parere



Le prime reazioni
La condizione che suggerisce un’apertura a norme tecniche equivalenti ha ovviamente incontrato il plauso di AssoEcoPlast, ma va ricordato - oltre all'ambiguità della formula "equivalenti" - che l’inserimento della condizione non è comunque vincolante per il Governo, che potrà scegliere di tenerne conto o di ignorarla. “La Camera ha ancora una volta sconfessato il Governo sugli shopper – sostiene Claudio Maestrini in una nota diffusa da AssoEcoPlast - Le Commissioni Ambiente ed Attività Produttive hanno votato il Decreto Ministeriale proposto dal Governo sugli shopper, impegnando l’esecutivo a considerare altre norme tecniche, oltre alla UNI EN 13432, che possano permettere la vendita di shopper diversi da quelli compostabili”.
Dall'altra parte, come riferito, reazioni dal Senato che confermano il decreto governativo.

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