Roma: iniziamo a parlare con la gente comune sui rifiuti
Cosa ne pensano i romani della situazione rifiuti? Interviste di Eco dalle Città passeggiando per le vie della Capitale
15 February, 2013
Giorgia Fanari
Abbiamo fatto qualche domanda (28 intervistati) passeggiando per le vie della Capitale, e la prima impressione che emerge, parlando con le persone, è che il problema dei rifiuti sia percepito direttamente. In particolare, si avverte nella mancanza di interesse da parte dei cittadini stessi nel far sì che la città possa avere una raccolta differenziata efficace ed adeguata ad una città con più di 3 milioni di abitanti. Ma soprattutto, l'indignazione è forte ed evidente nei confronti delle amministrazioni comunali, provinciali, regionali e degli enti preposti alla raccolta e alla gestione dei rifiuti (AMA) che per troppo tempo hanno rimandato il problema e hanno chiuso gli occhi davanti a una raccolta differenziata lenta, inefficace e mal gestita. L'AMA dunque viene considerata una delle maggiori responsabili del malfunzionamento del servizio di smaltimento e di raccolta dei rifiuti. Inoltre, dichiara il 20% degli intervistati, manca l'informazione per un corretto uso della differenziata e in questo non sono di aiuto né i diversi sistemi di raccolta adottati nella Capitale né i cassonetti sempre pieni e strabordanti di rifiuti. Addirittura, qualcuno fa notare che, mentre nelle zone centrali vengono adottate iniziative positive di raccolta differenziata come il porta-a-porta e sono presenti ispettori che controllano e multano chi non rispetta le norme, le zone periferiche vengono "abbandonate" e non considerate sotto questo aspetto. Non manca chi sottolinea il numero troppo alto dei rifiuti che si producono ogni giorno a causa di plastica e imballaggi.
I cittadini romani si dicono ormai scettici riguardo l'utilità di differenziare a casa i rifiuti, di uscire di casa ad orari improbabili per consegnare all'AMA i sacchetti di umido e organico, di andare alle isole ecologiche per smaltire i rifiuti elettronici e più inquinanti. "Tanto poi buttano tutto insieme", ci dice qualcuno, sottolineando che servirebbero campagne di sensibilizzazione ma anche l'esempio pratico da parte delle amministrazioni . "Vogliamo vedere i risultati della raccolta che facciamo, vogliamo capire che fine fanno i nostri rifiuti, altrimenti ci passa qualunque voglia", afferma un intervistato.
Scarsa informazione e sensibilizzazione e scarsa capacità organizzativa di chi governa porteranno dunque Roma al collasso dal punto di vista dei rifiuti. Ma cosa bisogna fare per evitare l'emergenza? Come risolvere il fatto che effettivamente per ora i romani producono 5.000 tonnellate al giorno di rifiuti? All'idea di una nuova discarica, la maggior parte degli intervistati risponde che non sarebbe la soluzione adeguata e che sarebbe meglio utilizzare in maniera più consona le discariche già esistenti per evitare che si creino altre Malagrotta e zone in cui l'habitat è malsano e poco sicuro. Soltanto 2 persone ritengono che la soluzione potrebbe essere la costruzione di termovalorizzatori in città come in Spagna, che "oltre a favorire l'eliminazione e la diminuzione di scarti producono energia elettrica". Altri 5 intervistati si dicono favorevoli alla costruzione di una nuova discarica, 1 persona suggerisce la costruzione di impianti di riciclo come a San Francisco e 1 giovane studente propone invece centrali a rifiuti dissociati molecolarmente, ovvero un processo per cui i rifiuti possono generare energia elettrica e termica senza fumo ed emissioni nocive. Infine, 8 intervistati ammettono di non avere un'idea precisa in merito poiché scarsamente informate su questo argomento.
I romani però qualche idea per migliorare la situazione rifiuti ce l'hanno: bisogna partire prima di tutto dalla sensibilizzazione dei cittadini, invogliarli a fare la raccolta differenziata magari mostrando i risultati positivi che porterebbe la raccolta differenziata oppure fornendo alle famiglie sacchetti colorati e depliant semplici ed esplicativi che aiutino a capire come differenziare i materiali. "Sono pochi ad esempio i marchi che indicano sulla confezione in quale cassonetto deve essere gettato", sottolinea un intervistato. Molti inoltre chiedono più controlli e multe per i trasgressori, qualcuno suggerisce l'utilizzo di cassonetti con lucchetto sul modello altoatesino e trentino o ancora sconti sulle tasse dei rifiuti come nel nord Europa per chi contribuisce alla raccolta differenziata. Numerosi pretendono una migliore gestione dei rifiuti e una migliore organizzazione della raccolta all'interno della città che tenda sempre più al porta-a-porta. I romani infine riconoscono che le autorità dovrebbero incentivare la vendita di prodotti alimentari sfusi e aumentare la tassazione sul packaging per ridurre alla base la produzione di rifiuti, ma ovviamente ammettono di dover essere i primi a dare il buon esempio e a limitare i propri consumi e rifiuti.