“Noi, famiglia tutta green anche nel cuore della città”
I Grisorio sono forse gli unici nel capoluogo a non essere allacciati alla rete del gas e a guadagnarci sulla luce - da La Repubblica del 24.02.2013
25 February, 2013
Vera Schiavazzi
LA FAMIGLIA Grisorio è — probabilmente — l’unica a non essere allacciata alla rete che distribuisce il gas in città, a raccogliere e utilizzare l’acqua piovana e a scambiare l’energia che produce attraverso i suoi pannelli solari con quella che arriva attraverso un gestore. Carlo (idraulico) e la moglie Monica (dietista) cercano di insegnare a Mattia e Elisa, otto e cinque anni, che l’acqua del rubinetto è migliore di quella in bottiglia, e che bevendola il pianeta non si “sporca” né con la plastica da smaltire né con i camion che devono trasportarla. Ma i Grisorio, una giovane coppia che ha acquistato e rimesso a nuovo 130 metri di casa in via Aosta («cadeva a pezzi, la vedevamo dal nostro condominio e alla fine l’abbiamo comprata») non sono due “talebani” dell’ecologia: oltre alla passione, ci sono i conti. Che dicono che la “casa pulita” che hanno messo a posto con le loro mani e l’aiuto dei parenti conviene: a fine anno, la bolletta della luce, che deriva dal dare e avere dei due contatori, costerà loro meno della metà di quella di una casa “normale”, grazie ai kilowatt prodotti in proprio e agli sconti statali. Tutto è pensato per ridurre o eliminare, quando si può, lo spreco di
energia: i pannelli sul tetto accumulano calore, l’acqua del serbatoio riscalda le stanze attraverso i pavimenti e entra nella lavastoviglie alla giusta temperatura (in questo modo non si utilizza la resistenza interna), mentre pranzo e cena si preparano su una piastra a induzione, che non brucia le pentole, ma scalda direttamente i cibi. Perfino gli intonaci sono traspiranti e, per quanto possibile, “naturali”.
Calcolando i fabbisogni della sua famiglia — che utilizza tre bagni, essendo non casualmente quella di un idraulico — e i
giorni di pioggia in città, Carlo Grisorio ha fatto costruire e interrato in cortile un secondo serbatoio da 5.000 litri, dove finisce
l’acqua piovana che poi una pompa fa risalire nei bagni e nella lavatrice. Perfino il ghiaccio che si forma all’esterno dell’impianto di riscaldamento va a finire nella vasca sotterranea. «In un condominio — spiegano gli eco-risparmiatori di via Aosta — queste cose non si possono fare, al massimo riuscivamo a utilizzare meglio il riscaldamento grazie alle valvole applicate ai termosifoni. Qui decidiamo noi,
e durante questo primo inverno abbiamo capito che 18 gradi sono più che sufficienti per stare bene». Un solo rimpianto: «Al mattino è impossibile andare a piedi o con i mezzi, con i bambini in due scuole diverse e io e mia moglie che dobbiamo arrivare puntuali al lavoro. Così saliamo tutti sulla stessa auto, a gas s’intende, e facciamo il giro. Ma al pomeriggio, quando si può, si va a piedi». E molti obiettivi ancora da realizzare: la facciata esterna della casa è da finire, ma Carlo sogna di realizzare un “cappotto” per la sua casa, ovvero un’intercapedine che serva a limitare ancora di più la dispersione. E il cortiletto diventerà uno spazio verde. Quanto alla scala interna, quella è già stata rinnovata, l’ha fatta con le sue mani il nonno, carpentiere in pensione.