La qualità dell’aria è migliorata e nessuno se ne è accorto?
L’81% degli Italiani è convinto che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi 10 anni. La pensa così anche il 56% degli Europei. Eppure dal 2000 al 2010 si è registrato un netto calo di (quasi) tutti gli inquinanti: e allora perché i cittadini pensano l’esatto contrario? Ne parliamo con Joe Hennon, portavoce del Commissario UE all’Ambiente
01 March, 2013
Dopo aver visto i risultati dell’Eurobarometro, la domanda l’avevamo fatta anche noi su Eco dalle Città: la qualità dell’aria negli ultimi dieci anni è migliorata, peggiorata, o rimasta uguale? Il 60% dei lettori che hanno risposto al sondaggio pensa che sia peggiorata. Appena il 17% ha dato la risposta giusta: l’aria è migliorata, negli ultimi dieci anni. E parecchio anche. Eppure il sondaggio condotto dall’Unione Europea mostra come in tutta Europa i cittadini siano perlopiù convinti del contrario: il 56% ha risposto che, nel proprio Paese, si respira un’aria peggiore di un decennio fa. Che sia migliorata l’ha indovinato solo il 16% degli intervistati. Come si spiega questa percezione falsata? L’abbiamo chiesto a Joe Hennon, portavoce del Commissario Europeo all’Ambiente, Janez Potocnik. “E’ comprensibile. E’ vero che la qualità dell’aria è migliorata negli ultimi dieci anni, ma il miglioramento non ha toccato nella stessa misura tutti gli inquinanti: è stato più forte per gli ossidi d’azoto che per il Pm10 per esempio”. Gli NOx sono calati del 47%; il Pm10 del 14%, il Pm2.5 del 15%, il monossido di carbonio del 62%, l’ammoniaca del 28% e gli ossidi di zolfo addirittura dell’82%. (Fonte: European Union emission inventory report 1990–2010). “C’è ancora molto da fare, non abbiamo certo risolto tutti i problemi”.
Nessuno stupore dunque per il risultato del sondaggio: “No, non ci ha affatto sorpresi. Al di fuori dagli addetti ai lavori i cittadini non hanno a disposizione i dati scientifici. E siccome la qualità dell’aria purtroppo resta tutt’altro che buona, la percezione non può che essere questa”. Non per tutti, e non allo stesso modo, però. L’idea che la qualità dell’aria sia peggiorata è particolarmente diffusa nei Paesi mediterranei e balcanici, e la percentuale più alta è italiana: ha risposto così l’81% degli intervistati, contro il 29% degli Irlandesi. (Ungheria 75%, Romania 74%, Grecia 73%, Spagna e Cipro 72%. All’estremo opposto nella tendenza, 32% in Germania, 33% in Estonia, 38% nel Regno Unito e 39% in Svezia).
Nonostante l’impressione dei cittadini gli inquinanti principali sono calati in tutti gli altri paesi citati, per quanto emissioni e concentrazioni non abbiano purtroppo seguito la stessa curva di riduzione. “In tutti i Paesei citati – spiega Hennon – la qualità dell’aria è tutt’altro che buona, e questo è particolarmente vero per le città industriali e più trafficate. Indipendentemente dalla tendenza degli inquinanti negli anni, una persona è molto più portata a ritenere che la qualità dell’aria sia migliorata se al momento di rispondere si trova nel nord della Finlandia che nella cintura di Milano…ecco perché il Nord Europa ha risposto mediamente in modo più corretto. La percezione è obiettivamente alterata dallo stato dell’arte attuale”.
Ma non è solo la nazionalità a determinare differenze di percezione: anche il genere sembra aver avuto un certo peso. Le donne sembrano decisamente più pessimiste: il 62% di loro ha ritenuto che la qualità dell’aria fosse peggiorata, contro il 48% degli uomini. Come si spiega? “Qui posso solo azzardare una risposta, ma si tratta di un parere personale: mi viene da pensare che le donne siano mediamente più attente alla salute, e forse ancora di più se sono madri. Una maggior preoccupazione può tradursi in una maggior criticità”. Nessuna corrispondenza invece con il tipo di mezzo scelto per informarsi? Blog, forum on line, passaparola, o invece quotidiani, riviste scientifiche, potrebbero indurre ad avere opinioni differenti sul tema. “Anche questo aspetto potrebbe aver giocato un ruolo, sì. Ma non vorrei generalizzare attribuendo comportamenti particolari ad un genere contrapposto all’altro”.
E’ vero però che sui grandi canali di informazione i dati relativi alla qualità dell’aria non passano. Le amministrazioni locali sono obbligate a fornire bollettini quotidiani su livello degli inquinanti, ma lo fanno esclusivamente attraverso i siti specializzati, che solo di rado vengono consultati dal grande pubblico. Potrebbe essere utile dare queste informazioni ogni giorno al telegiornale o sui quotidiani, come per le previsioni del tempo? “Gli smog alert esistono già in molte città, e anche qui a Bruxelles: vengono diffusi sui pannelli elettronici, soprattutto quando il superamento delle soglie comporta provvedimenti emergenziali. Ma una diffusione più capillare sarebbe un esperimento interessante, e molto utile, soprattutto per chi soffre d’asma e altri disturbi respiratori che vengono aggravati dallo smog”.