Noi proviamo a rispettare il codice. Ma in cambio...
Basta poco a volte per essere ligi alle regole: mai sul marciapiede, né contromano. Troppi ciclisti sono senza fari la notte e non hanno campanello. Ma il Comune metta subito mano al Biciplan ancora sulla carta - dalla rubrica "Pedali" di Leonardo Bizzaro - La Repubblica Torino del 06.03.2013
06 March, 2013
Leonardo Bizzaro
Di che cosa ci accusano? Di essere bombe a orologeria nel traffico urbano? Elementi disordinati nell’altrimenti ordinato flusso delle auto nelle vie del centro e della periferia? E allora proviamo per una settimana, ma anche un mese, a seguire pedissequamente quel che dice il codice della strada. Diciamola tutta, alcuni comportamenti si potrebbero modificare senza gravi problemi. Chi di notte pedala senza fari è un aspirante suicida, prima che un indisciplinato. Il codice prevede per l’impianto di illuminazione standard ampiamente superati dai moderni fari a led e non consente ad esempio l’intermittenza che in città, dove è necessario
farsi vedere, più che vedere, è un trucco utilizzato dalla maggior parte dei ciclisti. Ma dobbiamo essere ligi alle regole e quindi la luce sia fissa. Non dimentichiamo, peraltro, che la nostra bici dovrebbe essere dotata anche di catadiottri ai pedali
e sul parafango posteriore. Il campanello, o comunque un avvisatore acustico udibile ad almeno 30 metri, è un’altra delle norme che dovremmo seguire. Anche questo è un accessorio dimenticato da molti, ma nelle vie ciclopedonali — con i pedoni che sono decisamente più indisciplinati dei ciclisti — sono un buon deterrente contro impatti sgradevoli. Tutto questo, impianto di illuminazione e avvisatori acustici, dovrebbero essere presenti anche sulle bici da strada, o da corsa, e
l’unica maniera per procedere di notte (senza faro) è con il mezzo a mano. Che poi i vigili chiudano un occhio è un dato di fatto.
Veniamo alla strada: non si pedala contromano, si indica per tempo con la mano tesa la
direzione che si vuole prendere agli incroci, si evita di procedere in sella sui marciapiedi e, cosa che fa imbestialire il pedone, sotto i portici. Ecco, facciamolo, per un mese comportiamoci bene, dimostriamo che in bici si può rispettare il codice e gli altri utenti.
Poi però il Comune si muova, si rilegga i punti del Biciplan che poche settimane fa in un comunicato della giunta erano dati per fatti e invece sono appena messi in ordine su un file. Scelga un referente autorevole dal mondo delle associazioni ciclistiche e cominci a esaminare quel che finora si è fatto, dalle piste ciclabili che finiscono nel nulla alle rastrelliere inesistenti o troppo scarse. Altrimenti liberi tutti, si ricomincia a comportarsi male.