Dal Lingotto alla Fermi 14 chilometri di futuro
Il nuovo metrò è anche il metro del nuovo: la certificazione che Torino non sarà più quello che era - da La Repubblica del 15.03.2013
15 March, 2013
Gian Luca Favetto
Di qua Lingotto, laggiù Fermi. In tutto sono ventuno. Ventuno sono anche i minuti necessari per compiere i tredici chilometri e mezzo del percorso. Non si vedono, ma ci sono i binari, i treni, le porte, le pensiline, le gallerie: sopravvivono sotto pelle, sotterranee, dall’altra parte dell’asfalto. È così che funzionano le stazioni e i convogli della metropolitana: quasi quattordici chilometri di binari, ventinove treni, ventuno stazioni, centoventinove scale mobi-li, sessantasette ascensori, duecentotrenta tornelli e milleduecento telecamere, con quasi sessanta milioni di passeggeri all’anno, ormai. È il cambiamento più evidente di Torino, il più radicale per quella che un tempo veniva archiviata come capitale dell’automobile. Rimanendo nascosta sottoterra — a segnalarla, solo le paline con la grossa M— completamente automatizzata, la metropolitana ribalta il mondo, ridisegna le misure della città. Sette anni or sono, in occasione delle olimpiadi invernali, si è aperta la stazione
Fermi e si è inaugurata la prima tratta fino a Porta Susa. Poi, un altro pezzo fino a Porta Nuova. Due anni fa si è arrivati al Lingotto. Fra un altro paio di anni, si approderà a piazza Bengasi. Forse. Dunque, da Fermi si è partiti. Ed è giusto che sia così. Fermi è il capolinea, un arresto oltre che una condizione di partenza, e si trova a Collegno, là dove un pannello racconta del recente ritrovamento di una necropoli longobarda proprio accanto alla Certosa. Subito dopo Fermi, c’è Paradiso, cosa di buon auspicio, ma fortunatamente si va oltre. Stazioni e carrozze, dotate di venti posti a sedere, sono sobrie e discrete, ingessate nei colori grigio, blu e argento.
Ovattate. I rumori sono quelli degli annunci e delle porte che si aprono e si chiudono. In quanto metropolitana, è il metro di cambiamento più tangibile della città: una cosa del XIX secolo arrivata con discreto ritardo nel XXI secolo a fare da sigillo e a dare via libera al nuovo. È una di quelle novità che fa sentire europei i torinesi, al passo con i tempi. Scendi gli scalini per raggiungere la metro, il metrò, la metropolitana e, appena pagato il biglietto, superati i tornelli, raggiungi l’Europa. A differenza di cosa accade in superficie, in metrò si va veloci ma senza fretta. È la simbolica certificazione che Torino non sarà mai più quella che era.