Legambiente: l'autorizzazione alla centrale a carbone a Civitavecchia è uno scandalo
Dopo quattro anni di attesa, la Conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Centrale a carbone Enel di Torrevaldaliga Nord presso Civitavecchia ha chiuso i lavori con una sola seduta e senza che nessuna delle osservazioni e richieste presentate da Legambiente e dai comitati sia stata valutata positivamente.
15 March, 2013
Da una prima lettura del verbale emerge che sono stati ampliati i limiti di emissione per il monossido di carbonio (CO), anche in relazione alle ore di funzionamento dell'impianto, che non è stato inserito il limite dello 0,3% del tenore di zolfo nel carbone (fissato dal piano regionale qualità aria) né è stata prodotta una descrizione analitica del combustibile rendendo impossibile valutare gli inquinanti emessi (metalli pesanti soprattutto, ed infine non è stata disposta la verifica di ottemperanza per le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale per valutarne lo stato di attuazione. È quanto sottolinea Legambiente, commentando l'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla Centrale a carbone Enel di Civitavecchia. “È scandaloso, dopo quattro anni di lavori, con una sola seduta si è chiusa la conferenza dei servizi per uno degli impianti di produzione elettrica tra i più grandi e impattanti nel Paese, e senza tener in nessun conto le osservazioni e richieste dei comitati e delle associazioni", ha dichiarato Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio. "È inaccettabile utilizzare il rinnovo dell'autorizzazione AIA per aumentare i limiti di emissione e le ore di lavoro della centrale a carbone di Civitavecchia –ha continuato Parlati - significa farsi beffa delle prescrizioni per l'esercizio dettate molti anni fa con la valutazione di impatto ambientale. Altrettanto sconcertante è il parere positivo della Regione Lazio, rilasciato proprio mentre la nuova Amministrazione si sta insediando e non può quindi aver valutato nulla nel merito. Nelle prossime ore – ha concluso Parlati - capiremo quali spazi ci siano dal punto di vista amministrativo e legale per fermare questo scempio".