Roma, valori di PM10 oltre i limiti
Roma supera per 21 volte nel 2013 il limite giornaliero consentito per il PM10 rispetto ai 35 annui previsti dalla legge. Secondo Legambiente, servono isole pedonali, zone a traffico limitato e reti ciclabili urbane.
23 March, 2013
Nei primi mesi del 2013, la città di Roma ha superato per 21 volte il limite giornaliero consentito per il PM10 rispetto ai 35 annui previsti dalla legge. Ancora peggio le altre città laziali. A Frosinone si è già pronti al raddoppio del limite annuo: fino ad ora la concentrazione giornaliera di 50 µg/m3 di PM10 è già stata oltrepassata per ben 59 volte. Segue a ruota la città di Latina, dove si è andati oltre la soglia limite per 23 volte. Meglio a Rieti e Viterbo dove si registrano rispettivamente 6 e 9 superamenti. È quanto affermano i dati di rilevamento dell’Arpa, aggiornati al 21 marzo 2013, elaborati da Legambiente che si aggiungono ai rilevamenti quasi rassicuranti effettuati dal Treno Verde sull’inquinamento atmosferico tra il 21 e il 23 marzo 2013. “C’è in generale una brusca e preoccupante battuta d’arresto delle politiche ambientali urbane in tutto il Lazio. Prima ancora di quella economica, pare esserci una crisi della capacità di fare buona amministrazione”, dichiara Stefano Ciafani, Vicepresidente di Legambiente. “Nell’insieme dei capoluoghi, ad esempio, torna a crescere l’inquinamento atmosferico, senza contare l’inefficienza energetica e quella del trasporto pubblico, messo sotto pressione dai tagli e incapace di attrarre passeggeri. Non crescono inoltre – continua Ciafani - le isole pedonali, le zone a traffico limitato e le reti ciclabili urbane. Roma e il Lazio dunque soffocano tra ingorghi e smog, ma la sfida delle città oggi si gioca partendo da mobilità sostenibile, efficienza energetica, riciclaggio e prevenzione dei rifiuti e qualità della vita, temi che devono entrare necessariamente nell’agenda politica dei nostri amministratori”. Secondo Legambiente, servono non solo investimenti, ma anche una nuova visione d’insieme, una programmazione seria e ragionata sul futuro, senza dimenticare che non esistono smart cities senza gli smart citizens: le trasformazioni urbane infatti passano necessariamente attraverso il coinvolgimento, la consapevolezza e l’assunzione di responsabilità delle singole persone.