"Rivedere la TARES per evitare il blocco della gestione rifiuti"
L’ANCI, le imprese del settore dell’igiene ambientale e le organizzazioni sindacali hanno chiesto al Governo un intervento d’urgenza nel Consiglio dei Ministri di mercoledì 27 marzi per scongiurare una situazione di empasse per la gestione dei rifiuti. In assenza di intervento in materia le associazioni sono pronte alla mobilitazione
26 March, 2013
“Un intervento d’urgenza nel Consiglio dei Ministri di domani che preveda, per il 2013, il mantenimento degli attuali regimi di riscossione del servizio di gestione dei rifiuti (TARSU, TIA1 e TIA2), assicurando, al contempo, le entrate riferite ai servizi pubblici indivisibili (pulizia del verde, illuminazione pubblica, etc…)”. E’ questa la richiesta urgente contenuta nella lettera congiunta che l’ANCI, le Associazioni di Categoria delle imprese private e pubbliche del settore - FISE Assoambiente e Federambiente - e le Organizzazioni Sindacali - FIT Cisl, FP CGIL, UIL Trasporti e FIADEL - hanno indirizzato oggi al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro dell’Interno e al Ministro dell’Ambiente.
La lettera sollecita, in vista della riunione del Consiglio dei Ministri in programma mercoledì 27 marzo, l’adozione di un decreto-legge finalizzato a garantire i flussi finanziari relativi ai servizi di gestione dei rifiuti urbani.
Il Decreto Legge del 14 gennaio 2013, n.1 (convertito con Legge 1 febbraio 2013, n. 11) ha, infatti, disposto lo slittamento al mese di luglio della scadenza della prima rata del nuovo tributo TARES. Tale misura sta determinando una grave crisi di liquidità che, oltre a pregiudicare un servizio indispensabile per i cittadini, mette a rischio la sopravvivenza delle imprese del settore e, conseguentemente, la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
Sono già numerosi, infatti, i segnali di crisi incombente che pervengono da diverse realtà territoriali, destinati a tradursi in un concreto rischio di blocco dei servizi che potrebbe realizzarsi già nelle prossime settimane, con inevitabili ricadute a livello ambientale per i cittadini e di immagine del nostro Paese nei confronti dell’opinione pubblica europea ed internazionale.
In assenza di un immediato intervento in materia, le Associazioni hanno preannunciato forme di mobilitazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.