Barilla misura l'impronta idrica
Ogni giorni sprechiamo acqua in grande quantità. Ma il consumo maggiore sta nella produzione di beni e di alimenti. La società di Parma ha calcolato i consumi d'acqua della produzione di pasta dei propri stabilimenti. E ha cominciato a ridurli
04 April, 2013
L'acqua è una risorsa scarsa, che troppe volte sprechiamo. Ogni giorno in Italia si consumano 137 litri d'acqua a testa, altri 167 vengono impiegati per produrre beni industriali, come carta, vestiti, cotone. Ma la vera “miniera d’acqua” è nascosta nel cibo: ognuno di noi ne consuma ogni giorno circa 3.500 litri, un valore che varia sensibilmente in base a cosa si mangia e si produce e agli sprechi esistenti. Questi di dati diffusi da "Barilla Center for Food & Nutrition", il centro ricerche della società alimentare parmigiana che propone nuove e più responsabili scelte alimentari per ridurre l’impronta idrica. E' dimostrato, infatti, che una dieta più ricca di frutta, verdura e prodotti a base di cereali, con limitate quantità di alimenti di origine animale, consente di ridurre anche in modo significativo i consumi di acqua.
“La maggior parte dell’acqua che utilizziamo, e che spesso sprechiamo, non serve per bere, per farci la doccia o per lavarci i denti", dichiara Guido Barilla, presidente del Bcfn, nella prefazione del nuovo libro "L’acqua che mangiamo" (a cura di Francesco Greco e Marta Antonelli; Edizioni Ambiente). “L'acqua serve per tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto - continua Barilla - e soprattutto per il cibo di cui ci nutriamo. Da ciò discende che le abitudini alimentari possono avere un impatto rilevante sulla disponibilità delle risorse idriche.
"L’obiettivo di Barilla Center è diffondere una maggiore consapevolezza sull’importanza di questi temi a livello globale - ha dichiarato Luca Ruini, esperto di sostenibilità ambientale per il Barilla Center for Food & Nutrition - Ma anche a livello di company, Barilla è in prima linea per continuare a migliorare la sostenibilità dei propri prodotti riducendo i consumi idrici nei propri pastifici e nelle fornerie, ottenendo, nel periodo tra il 2008 e il 2012, una riduzione 23%”.
Barilla è stata la prima azienda privata del settore alimentare a certificare un sistema per il calcolo dell’impatto ambientale dei prodotti secondo le linee guida fornite dal sistema internazionale della Dichiarazione ambientale di prodotto (Environmental product declaration, Epd).