Il lunedì breve del metrò. Qualche domanda al Comune
La metropolitana torinese è sempre più frequentata. Tuttavia ancora non è chiaro il motivo per cui di lunedì sera il servizio si concluda intorno alle 22 anziché, come negli altri giorni feriali, a mezzanotte e mezza. Perché a Milano e a Roma un giorno feriale vale l’altro e a Torino no? - da La Repubblica del 08.04.2013
08 April, 2013
Roberto Orlando
Come è stato ampiamente documentato, e non solo con le statistiche, la bella metropolitana torinese è sempre più frequentata. Tuttavia ancora non è chiaro il motivo per cui di lunedì sera il servizio si concluda intorno alle 22 anziché, come negli altri giorni feriali, a mezzanotte e mezza (venerdì e sabato addirittura fino alle 1,30, domenica e festivi all’una). Per amor di precisione, «l’ultimo metrò» parte dalla stazione del Lingotto alle 21.35 e addirittura alle 21,10 da quella di Fermi. In sostanza, un quarto d’ora circa prima delle 22 di ogni lunedì — ma stasera non ci provate, c’è sciopero — alla stazione di Porta Nuova una voce maschile, calda ma perentoria, benché registrata, annuncia che il servizio sta per concludersi. Sgomberare, sciò, prendete il bus, il taxi, andate a piedi, arrangiatevi perbacco, abbandonare la nave, scusate, la navetta.
E’ uno strano orario per interrompere il servizio di trasporto pubblico sotterraneo, sia sotto il profilo logico (perché le 21,35 e non le 21,30 tonde tonde? L’orario che interessa è l’ultima partenza in ciascuna stazione, non quella di
arrivo al capolinea), ma soprattutto sotto quello pratico. Il lunedì è forse il giorno in cui si lavora meno? O forse la moneta europea vale qualche cent in meno dopo le 22? O ancora la percentuale di pizzerie e ristoranti aperte è inferiore rispetto agli altri giorni della settimana? Avanti di questo passo, di facezia in facezia, non si può neppure sostenere che il lunedì i costi del personale siano più alti, visto che il metro non ha neppure il conducente.
I ragionevoli motivi per cui il servizio si blocca così presto restano pertanto insondabili. Lo stop non si giustifica neppure se la «portata» — la chiamano così, come se i passeggeri rispondessero alle leggi fisiche dei fluidi — al lunedì fosse inferiore a quella del resto della settimana: perché mai questa minoranza di sventurati non può usufruire del servizio — pubblico, sia chiaro, non ancora privato — come di giovedì o, peggio ancora al confronto,
come al sabato?
Ma la domanda è ancora un’altra: perché a Milano e a Roma per l’orario di servizio della metropolitana un giorno feriale vale l’altro e a Torino no? A Milano i convogli fanno servizio dalle 6 a mezzanotte e mezza ogni giorno, con due sole eccezioni: a Natale e il Primo Maggio si chiude alle 19,30. A Roma, da lunedì a giovedì e la domenica la metro chiude alle 23.30, venerdì e sabato all’1,30, e anche questo ha un senso.
Ma qual è il senso della scelta di Gtt, perché questo orario ridotto soltanto di lunedì? Rivolgiamo la domanda direttamente all’assessore ai Trasporti Claudio Lubatti. E ci aspettiamo una risposta ragionevole, almeno finché il Comune avrà saldamente in mano il pacchetto di maggioranza di Gtt. Non vorremmo dover rivolgere la stessa domanda all’amministratore delegato dell’azienda privata che potrebbe presto subentrare nella proprietà della metropolitana: sarebbe come chiedere a Marchionne perché a Torino vuole costruire i suv piuttosto che la Topolino. Potrebbe non rispondere o rispondere in malo modo.
Leggi la risposta dell'Assessore Lubatti