Domeniche senz'auto a Milano: spunta l'ipotesi del referendum
Prime crepe nella maggioranza di Pisapia. Monguzzi: "Consultiamo i cittadini". Bisconti: "Si può fare". Legambiente, Wwf e Genitori antismog: "Non si può tornare indietro, ai milanesi piace così" - da la Repubblica del 08.04.2013
08 April, 2013
Ilaria Carra
Siete favorevoli alla 'DomenicAspasso', si o no? È il quesito che prossimamente la città potrebbe sentirsi rivolgere. C’è una proposta per una consultazione sul tema delle domeniche a piedi che una volta al mese la giunta Pisapia continuerà a riproporre almeno fino a fine anno. E la stranezza è che viene da uno storico ambientalista milanese, Carlo Monguzzi, presidente pd della commissione Mobilità di Palazzo Marino. Un’ipotesi raccolta da una parte della giunta, meno dagli altri esponenti della galassia verde.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi tra i pro e i contro sull’onda del tweet critico di Fabio Fazio, il blocco del traffico per una città più vivibile fa di nuovo discutere con l’iniziativa del referendum avanzata da Monguzzi. Favorevole al blocco, lui, ma con dubbi sulla Milano fuori dal palazzo. «Ho parlato con molti, qualcuno come me favorevole, non pochi contrari con motivazioni ragionevoli — dice Monguzzi — Le domeniche a piedi servono per il benessere dei cittadini, ma sono divisi: apriamo una discussione che culmini in un referendum da abbinare ad altri e a qualche elezione per non spender soldi in più».
Una prima voce fuori dal coro, nel centrosinistra, dopo la difesa in blocco della 'DomenicAspasso' da parte della giunta. Tolta la risposta a Fabio Fazio,
il sindaco in realtà non si è più espresso. Nemmeno, ieri, sull’idea di consultazione. Accolta invece dalla regista in giunta delle domeniche senz’auto: «Al di là dei numeri la giornata funziona e la difenderò sempre, vedo gente felice — premette l’assessore al Tempo libero, Chiara Bisconti — Ma sono favorevole a una consultazione, può essere utile a smussare criticità». E anche Lamberto Bertolè, capogruppo Pd in Comune, non si tira indietro: «Non drammatizzerei i sacrifici che comporta ma non vedo perché non chiedere alla gente. Si può fare».
L’ultima volta che Milano venne chiamata a dire la sua fu due anni fa, per i cinque quesiti ambientalisti di Milanosimuove. Ventisei anni prima il sindaco Carlo Tognoli aveva chiesto ai milanesi un parere sul centro storico pedonale. Oggi, si rilancia. Magari con una scheda in più alle prossime consultazioni. Ma la proposta non raccoglie consensi tra gli ambientalisti. Legambiente è contraria: «È una politica che ha troppo bisogno di conferme — critica il presidente lombardo, Damiano Di Simine — La decisione c’è già, piuttosto si chieda un parere sul futuro». Dubbiosi gli ex Verdi confluiti, come Monguzzi, in altri partiti. «Giusto chiedere alla gente», per Pietro Mezzi di Sel, ma «il referendum sia l’extrema ratio».
Enrico Fedrighini, Milanosimuove, boccia: «Farei un referendum per cose più serie». Edoardo Croci, ex assessore alla Mobilità e anche lui di Milanosimuove, ricorda gli esiti dei referendum: «La gente ha già votato una cosa ben più robusta, pedonalizzare in modo permanente un’area di Milano». Sulla stessa linea il Wwf: «Non rimettiamo in moto un processo già fatto, il blocco è utile anche alla salute», dice Paola Brambilla. Contrari i Genitori antismog: per Anna Gerometta una consultazione «fomenterebbe solo polemiche».