Napoli, bufera ZTL: “Zona a Trasporto Limitato?” Assessore al Commercio e Legambiente su rivolta commercianti
Eco dalle Città intervista l’Assessore al commercio del Comune di Napoli, Marco Esposito, e la vicepresidente di Legambiente Campania, Anna Savarese. Che si trovano d’accordo: la Ztl è perfettibile, ma non è la responsabile della crisi: si guardi piuttosto al taglio dei trasporti, che paralizza la città
11 April, 2013
Una manifestazione così non si vedeva dagli anni ottanta, scrivono i giornali. All’epoca si manifestava contro il racket mafioso, oggi contro la Ztl: qualcosa non torna. Proviamo a capire che cosa succede. Intanto qualche confrontio: la Ztl Centrale, quella principale a Napoli, è attiva dalle 7.00 alle 18.00, sette giorni su sette, mentre la Ztl del Mare è in funzione dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 14.00.
La ztl di Napoli in realtà non è particolarmente restrittiva, né per gli orari, che sono perfettamente in linea con quelli delle altre grandi città italiane - addirittura un po’ più blandi, ad eccezione di Torino, che con le sue tre ore al giorno non fa nemmeno testo – né per l’estensione: le recenti pedonalizzazioni e le zone a traffico limitato del centro storico di Napoli coprono un’area di circa 4 km quadrati, come a Firenze, Roma e Bologna. (A Milano sono 9 Torino 2,5). A Napoli l’accesso alle Ztl è vietato a tutti, indipendentemente dal tipo di veicolo, ad eccezione di residenti, domiciliati e titolari di posto auto, più albergatori e categorie speciali di lavoratori: praticamente lo stesso criterio adottato in tutte le altre città, a parte l’Area C di Milano, che impedisce l’accesso ai veicoli più inquinanti e richiede il pagamento di un ticket per tutti gli altri.
Alle limitazioni citate a Napoli si aggiunge però anche la Ztl straordinaria istituita in vista dell’America’s Cup, in vigore dal 31 marzo al 28 aprile, la famosa ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso per i manifestanti. (Tra corsie preferenziali e pedonalizzazioni, l’area interessata comprende via Caracciolo, via e piazza Sannazaro, via Giordano Bruno, la Riviera di Chiaia, via Martucci, piazza Amedeo, via del Parco Margherita, corso Vittorio Emanuele, vico Trinità delle Monache, via Pasquale Scura, via San Liborio, piazza Salvo D'Acquisto, via Toledo, via San Giacomo, piazza Municipio, via Acton, via Nazario Sauro e via Partenope).
Proteste eccessive?
Ogni provvedimento di limitazione del traffico porta con sé inevitabili disagi iniziali: ma una cosa sono i disagi un’altra le bombe carta, anche se su twitter qualcuno scherza “A Capodanno li chiamano petardini: se finiscono addosso alla polizia però sono bombe carta!”. Al di là delle derive “bombarole”, però sotto palazzo San Giacomo c’erano 4.000 persone. E non è la prima volta: lunedì scorso erano in mille e per lunedì prossimo è prevista un’altra manifestazione. La ztl ha ucciso il commercio dicono. “Tutte le città ce l’hanno” rispondono in tanti su twitter, critici verso i commercianti. Ma perché allora a Napoli la Ztl ha creato così tanto malumore? Lo abbiamo chiesto ad Anna Savarese, Vicepresidente di Legambiente Campania e a Marco Esposito, assessore al Commercio del Comune di Napoli. Che ci hanno dato praticamente la stessa risposta.
Marco Esposito, Assessore al Commercio del Comune di Napoli
“Il problema di Napoli non è la zona a traffico limitato – spiega l’Assessore Esposito – è che è diventata una Zona a Trasporto Limitato. A gennaio il Comune avrebbe dovuto incassare i 200 milioni di euro del prestito salva Comuni: nell’elenco dei creditori del Comune ai primi posti c’erano proprio le nostre aziende dei trasporti. Speravamo di poter tirare un po’ il fiato e risistemare un servizio che stava cadendo a pezzi. Peccato che quei soldi non siano mai arrivati…”. Eppure i commercianti ce l'hanno proprio con la ztl e affermano di aver subito un calo del 50% degli incassi da quando i provvedimenti sono attivi. “Il calo delle vendite c’è stato davvero, è chiaro: ma questo anche al Vomero, dove la ztl non c’è, perché la causa è il calo dei consumi portato dalla crisi economica. A spezzare davvero le gambe al commercio però si è aggiunta la paralisi dei trasporti. Prima le persone che abitavano fuori dal centro arrivavano a Napoli con la Circumvesuviana, con i mezzi, magari anche in auto fino ai parcheggi di interscambio e poi prendevano la navetta, perché comunque parcheggiare in centro costa. Ma ora, se devo aspettare una navetta che invece che ogni 5 minuti magari passa ogni 25, finisce che se non è proprio indispensabile evito. I commercianti chiedono di abolire il provvedimento perché sperano di far tornare la clientela in auto. Ma a parte che se tutti prendessero l’auto Napoli sarebbe paralizzata lo stesso, il punto è che le pedonalizzazioni hanno sempre fatto bene al commercio, in ogni città ”. Non si sente spesso un assessore al commercio dire queste cose. “Certamente, i provvedimenti si possono sempre correggere, magari per agevolare le operazioni di carico e scarico, o la clientela che ha più difficoltà a raggiungere i negozi. Ma il problema grave è che gli Italiani stanno facendo una grande sperimentazione: la sospensione del servizio del trasporto pubblico, che invece è un diritto fondamentale”.
Anna Savarese, Vicepresidente di Legambiente Campania
E’ d’accordo anche Anna Savarese. “La crisi del commercio non è ascrivibile alla Ztl. Il problema è semmai che il provvedimento avrebbe dovuto essere accompagnato da un potenziamento dei mezzi pubblici e non dal taglio radicale che hanno subito. C’è stata un’evidente diacronia fra la situazione dei trasporti pubblici e l’avvio delle pedonalizzazioni. L’ultimo ampliamento della flotta degli autobus risale al ’94, ancora con Bassolino. Non a caso, proprio quando cominciarono le primissime pedonalizzazioni, che furono sostenute dai nuovi mezzi. La crisi del commercio è reale e il Sindaco deve dare ascolto alle istanze dei manifestanti, ma la soluzione non è cancellare il provvedimento; piuttosto bisogna correggerlo, migliorarlo. Anche perché se è vero che i negozi ai margini della ztl, nelle viuzze più piccole hanno sofferto della pedonalizzazione, quelli sugli assi principali hanno tutto da guadagnarci. Il problema è che ora la gente è esaperata. E' una posizione che condividono anche le altre associazioni ambientaliste: il Comune deve cercare di venire incontro ai commercianti, ma senza tornare indietro sulla Ztl”.
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