Fotovoltaico senza incentivi: si può fare e conviene. C'è la ricerca che lo prova
La fine del Conto energia non significherà certo la fine di un mercato ancora in forte sviluppo - da Greenreport del 12.04.2013
12 April, 2013
di Fabio Tognetti
Il V Conto energia si sta rapidamente esaurendo, dato che la fatidica soglia dei 6,7 miliardi di costo cumulato annuo è ormai vicinissima dall'essere raggiunta: al momento in cui scriviamo il contatore del GSE segna infatti quota 6.610.672.331€. Occorre quindi interrogarsi su quale sarà il futuro del fotovoltaico in Italia senza il Conto energia, cioè del sistema di incentivazione che ha spinto questa tecnologia ad un livello di diffusione che fino a pochi anni fa era impensabile (sempre secondo il GSE sono 512.088 gli impianti allacciati alla rete elettrica nazionale, per una potenza complessiva superiore ai 17,3 GW). Il recente parere dell'Agenzia delle Entrate ha consentito di applicare il meccanismo delle Detrazioni fiscali del 50% (dal 1° luglio del 36%) anche per il fotovoltaico, ma solo per i piccoli impianti a servizio degli edifici. Ma cosa accadrà per gli impianti più grandi?
La società Aba Impianti Srl ha provato a rispondere a questa cruciale domanda, pubblicando una relazione economica che dimostra come l'installazione di un impianto fotovoltaico continui a portare cospicui guadagni negli anni a venire, pur non usufruendo di aiuti da parte dello Stato. Anzi, grazie al fatto che i costi dell'investimento si sono dimezzati rispetto agli anni scorsi, i tempi di rientro, assicura Aba Impianti, sono inferiori di almeno due anni rispetto al passato. Vediamo nel dettaglio l'analisi economica.
L'ipotesi di partenza prende in considerazione l'installazione di un impianto fotovoltaico da 99,6 kWp, realizzato a servizio di un'azienda che consuma annualmente 300.000 kWh ed è localizzata nel Nord Italia. L'impianto garantirebbe una resa di 1.150 kWh/kWp e, quindi, produrrebbe al primo anno circa 114.540 kWh. Il caso considera inoltre un consumo contemporaneo di energia prodotta (cioè una quota di autoconsumo) pari al 75%.
Il costo di realizzazione dell'impianto è stimato in 124.998 euro e considera un finanziamento dell'80% dell'importo totale ad un tasso d'interesse annuo del 5% per 20 anni. La rata annuale del finanziamento ammonterebbe così a circa 8.000 €. In base a queste caratteristiche, è possibile calcolare il ritorno economico dell'impianto: il risparmio legato all'autoconsumo (cioè all'energia non prelevata dalla rete elettrica nazionale, in quanto prodotta dall'impianto e autoconsumata in sito) si aggirerebbe attorno ai 17.000 euro nei primi anni di analisi. A ciò si aggiungerebbe il ritorno economico legato al contributo in conto scambio, che comprenderebbe i 22.210 kWh immessi nella rete, e successivamente rivenduti, per un valore di circa 2.800 euro nei primi anni di attività.
In base a questi dati, secondo ABA Impianti, il rientro economico dall'investimento si avrebbe già a partire dal quarto-quinto anno di attività, a fronte dei 7-8 anni solitamente necessari per impianti di questa tipologia fino allo scorso anno. Nella seguente tabella è analizzato il flusso di cassa relativo ai primi 5 anni di osservazione (vedi tabella).
Analizzando l'investimento per un arco temporale di 20 anni (vedi grafico) Aba Impianti stima che il flusso di cassa cumulato raggiunga la ragguardevole cifra di 262.708 euro.
Il caso studio proposto da Aba Impianti, anche se forse si basa su alcuni presupposti non sempre facilmente replicabili (elevato autoconsumo, basso costo dell'impianto e tasso di interesse inferiore ai tassi medi che attualmente vengono concessi dagli istituti bancari), dimostra comunque che la fine del Conto energia non significherà certo la fine del fotovoltaico. Assisteremo probabilmente ad un mutamento del mercato, peraltro già in corso, che si stabilizzerà su volumi sicuramente più ridotti rispetto agli anni del boom, ma che continuerà, soprattutto in determinati settori come quelli legati ai piccoli impianti residenziali e all'autoconsumo aziendale.
Alessandro Stefanizzi, managing director di Aba Impianti, ha infatti dichiarato che «l'esigenza di redigere un nuovo studio di fattibilità è nata dopo aver notato un crescente allarmismo che profetizzava la morte del fotovoltaico con la fine degli incentivi del Quinto Conto energia». Secondo Stefanizzi, invece, «la situazione non è così tragica. Anzi, ora più che mai siamo sicuri di poter garantire ai nostri clienti un accesso al fotovoltaico con un dimezzamento dei costi dell'investimento e tempi di ritorno economici inferiori ai 5 anni, potendo offrire, inoltre, supporto per ottenere i finanziamenti necessari. Le preoccupazioni delle aziende e dei privati che vogliono avvalersi dei benefici del fotovoltaico dovrebbero essere rivolte esclusivamente alla scelta di un player di riferimento competente nel settore».