Referendum Ilva. Gli orientamenti per il voto
Consultazione referendaria. La prima per il capoluogo jonico e che tuttavia ha valenza nazionale. Si gioca infatti una partita all'interno del conflitto non risolto tra ambiente ed economia. Le intenzioni di voto
13 April, 2013
Referendum consultivo sulla chiusura totale o parziale dell'Ilva in programma domani a Taranto. Circa 160 mila elettori sono chiamati a pronunciarsi per la prima volta con un referendum consultivo comunale. A promuovere il referendum il comitato referendario cittadino "Taranto Futuro" in base al regolamento (articolo 59 dello statuto comunale).
Il referendum per essere valido dovrà vedere il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, (poco più di 80 mila abitanti).
Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, lancia un ultimo appello: «Ci attendiamo una forte partecipazione al referendum sull’Ilva. Ai cittadini diciamo: fate sentire la vostra voce. Se non ora, quando? E’ un referendum non fra ambiente e lavoro ma fra chi ha una coscienza e fa finta di nulla. Oggi voltarsi dall’altra parte è una colpa grave. Ci rivolgiamo alle mamme e ai papà: questo è il momento di dimostrare che avete a cuore il futuro dei vostri bambini. Ci rivolgiamo agli operai: chiudendo gli impianti inquinanti sarà obbligatorio per legge avviare le bonifiche. Votando sì vi garantirete quel futuro di lavoro che questa azienda non vi potrà garantire».
SEL PUGLIA. «E’ urgente mettere all’ordine del giorno la modifica dell’area a caldo: ci sono alcuni esempi di stabilimenti siderurgici a ciclo integrato in Europa e in Asia (Corea del Sud) che hanno adottato tecniche produttive esemplari sotto il profilo della compatibilità ambientale aumentando, nel contempo, la propria competitività e migliorando radicalmente le condizioni di lavoro. Un esempio è l’acciaieria di Linz (Austria) che è diventata nel tempo riferimento normativo a livello europeo in materia ambientale. Per queste ragioni SEL invita a votare NO al primo quesito e SI al secondo, per bocciare questa modalità di gestione e dell’attuale impostazione tecnologica dell’AREA A CALDO e spronare all’utilizzo delle Migliori Tecnologie Disponibili come prevede anche l’AIA approvata». (leggi qui il resto dell'articolo)
IDV PUGLIA, assemblea dei riferimenti territoriali dell'Italia dei Valori: «Il passaggio del referendum cittadino è un momento importante e doloroso per la città di Taranto su cui riteniamo inutili e fuorvianti le contrapposizioni pro e contro. La direzione regionale non ha ritenuto corretto dare delle indicazioni di voto giacché solo i tarantini e nessun'altro possono, sulla base della propria esperienza di convivenza con il siderurgico, esprimere una posizione sul tema».
RADICALI: « Con i referendum, i cittadini di Taranto hanno uno spazio di democrazia per esprimersi e reagire alle costruzioni politiche di cui sono vittime. Con lo stesso spirito con cui abbiamo partecipato alla manifestazione a Taranto del 7 aprile, ovvero con l'obiettivo di una riconversione del sito, si ritene importante che sia raggiunto il quorum e vincano i "sì' su tutti e due i quesiti. La vittoria del "sì" imporrebbe la ricerca di un'alternativa allo stato attuale che prolunga l’agonia di un impianto obsoleto in nome di una politica industriale legata ad un'idea di sviluppo insostenibile ».
La posizione di Confindustria di Taranto che in passato si era opposta con un ricorso giudiziario ribadisce « la propria contrarietà, sia in ordine al merito sia al metodo con i quali si propone alla cittadinanza una questione che va ben al di la' di un semplice Si' o No apposti su una scheda ».
PD e M5S si esprimono per la «libertà di voto».
Confcommecio: «libertà di voto»
Confagricoltura: «un doppio sí» alla chiusura
Coldiretti: problema troppo complesso per essere risolto dallo strumento referendario