Sel Puglia su referendum Ilva
Una nota di Donatella Durante e Alfredo Cervellera, Deputata e Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia Libertà, riguardo il referendum sull’ILVA che si terrà domenica 14 aprile
13 April, 2013
“Il referendum del 14 aprile non è uno strumento risolutivo: quale che sia l’esito non ci sarà la chiusura né totale né parziale del siderurgico. Il rischio reale è che al di là dell’esito, la famiglia Riva proprietaria dell’ILVA possa ribadire il ricatto tra salute e lavoro. SEL Puglia ritiene che ci siano due necessità: il mantenimento in attività dell’ILVA, per salvaguardare il lavoro e l’urgenza della compatibilizzazione dello stabilimento, attraverso interventi radicali agli impianti. La chiusura dell’ILVA determinerebbe una drammatica crisi occupazionale oltre alla beffa di opere di bonifica lasciate
solo sulle spalle della collettività.
E’ urgente mettere all’ordine del giorno la modifica dell’area a caldo: ci sono alcuni esempi di stabilimenti siderurgici a ciclo integrato in Europa e in Asia (Corea del Sud) che hanno adottato tecniche produttive esemplari sotto il profilo della compatibilità ambientale aumentando, nel contempo, la propria competitività e migliorando radicalmente le condizioni di lavoro.
Un esempio è l’acciaieria di Linz (Austria) che è diventata nel tempo riferimento normativo a livello europeo in materia ambientale. Per queste ragioni SEL invita a votare NO al primo quesito e SI al secondo, per bocciare questa modalità di gestione e dell’attuale impostazione tecnologica dell’AREA A CALDO e spronare all’utilizzo delle Migliori Tecnologie Disponibili, come prevede anche l’AIA approvata.
Cogliamo l’occasione per invitare il Governo a rispondere subito alle richieste della Commissione Europea in merito al rispetto delle prescrizioni dell’AIA ILVA; riteniamo inaccettabili i ritardi nell’applicazione dell’AIA da parte della proprietà, mentre giudichiamo positivamente il sistema di controlli dell’ISPRA e dell’ARPA che tengono sotto osservazione l’applicazione di procedure e normative informando Governo e Magistratura.
E’ necessario continuare il percorso avviato dalla Regione Puglia, con le leggi regionali per la riduzione delle emissioni di diossina, di benzoapirene e sulla valutazione del danno sanitario, con l’applicazione di tutte le prescrizioni dell’AIA fino ad arrivare ad interventi radicali del Governo, come previsto, ovvero a procedure di acquisizione pubblica dello stabilimento fino alla sua bonifica. La proprietà e la dirigenza non hanno ancora presentato il piano industriale e quello finanziario: è un ritardo colpevole, che non aiuta la gestione della complessa vicenda ambientale. E’ giusto che la proprietà dell’ILVA proceda ad una restituzione degli utili ingenti di questi anni attraverso l’ambientalizzazione e la bonifica delle aree. Da Taranto può e deve partire un nuovo corso che metta al centro la responsabilità d’impresa nei confronti dell’ambiente, dei lavoratori e delle/dei cittadini/e. In un momento di grave crisi è sbagliato chiedere ad una comunità di spaccarsi mentre sarebbe auspicabile rafforzare il percorso di confronto tra associazioni, movimenti, sindacati, istituzioni e cittadinanza”.