Sorpresa, l’inceneritore è già partito
L’avvio in sordina venerdì scorso. Gli oppositori: “Uno scandalo” - da La Repubblica del 25.04.2013
26 April, 2013
Diego Longhin
Venerdì scorso i tecnici di Trm hanno girato l’interruttore. L’inceneritore del Gerbido è entrato in funzione, bruciando i primi rifiuti, e sabato ha prodotto la prima scarica di elettricità immessa nella rete nazionale. Un avvio in sordina, per evitare contestazioni e problemi di ordine pubblico. Una scelta precisa, sia di Trm sia dell’Ato rifiuti, l’ente di controllo territoriale, ma chi si oppone da anni all’impianto grida allo scandalo. «Nemmeno i componenti del comitato locale di controllo sono stati avvisati », dice il coordinamento No-inceneritore. Che aggiunge: «Il presidente dell’Ato rifiuti sostiene che non è ancora stato definito il destino delle scorie».
Il numero uno dell’Ato, Paolo Foietta, sottolinea che la situazione è diversa: «Il destino delle scorie è definito, verranno trattate dalla Servizi industriali, che ha vinto la gara per la gestione. Ma è stata data un’indicazione chiara: le scorie non potranno essere trattate nel complesso della Servizi Industriali di Orbassano, ma in un altro stabilimento». E sull’accensione in sordina dell’impianto? «Non ci vedo nulla di scandaloso — ribatte Foietta — abbiamo sempre detto che il termovalorizzatore avrebbe iniziato la fase di test entro il 30 aprile. Bene.
Siamo partiti. Si è messa in funzione la prima linea, poi seguiranno le altre due. Non abbiamo voluto pubblicizzare la cosa per evitare problemi di ordine pubblico, blocco dei mezzi ed incidenti. Cosa che ci è stata richiesta anche dalla Questura».
Il presidente dell’Ato rifiuti aggiunge: «Se da sei giorni l’impianto funziona e nessuno se ne è accorto, vuol dire che l’impatto è contenuto. Non c’è rumore. Non c’è traffico. Di solito nelle fasi di test i dati dei parametri ambientali sono al di sopra dei limiti, l’impianto deve essere tarato. Nel caso del Gerbido no. Siamo al di sotto dei livelli indicati dalle norme. È incoraggiante ». Il comitato Noinceneritore rimarca il «no» e aggiunge che il silenzio su quella che di fatto è l’accensione «costituisce un precedente che mette ulteriormente in dubbio la fiducia che come cittadini ci viene chiesto di riporre in coloro che continuano a vantarsi di
costituire garanzia di trasparenza. In questa fase è ancor più importante la funzione di verifica del comitato di controllo».
Dopo le polemiche su dove e come farlo, i ricorsi al Tar e non solo, il cantiere e i ritardi, dovuti
anche ai sequestri dopo gli incidenti mortali nell’ultimo anno, il termovalorizzatore, che bruciando rifiuti produce sia elettricità sia energia per riscaldamento, ha iniziato ha funzionare. Costo? Più di 375 milioni
di euro, compreso il 2013, considerato un anno di esercizio provvisorio. Trm, società ora controllata all’80 per cento da Iren e dal fondo F2i guidato da Vito Gamberale, prevede che a regime l’impianto genererà 350
mila Mwh, che vuol dire garantire la corrente elettrica a 175 mila case, e produrrà energia termica per 17 mila utenze. Verranno bruciati 421 mila tonnellate all’anno di rifiuti.